Socialisti e 'insoumis' di Jean-Luc Mélenchon sono ancora troppo distanti
Socialisti e "insoumis" di Jean-Luc Mélenchon sono ancora troppo distanti e il candidato premier del nuovo fronte popolare - promesso per ieri - ancora non c’è. Troppi i blocchi e i veti incrociati, con i socialisti consci che un candidato targato la france insoumise (lfi) non passerebbe lo sbarramento della fiducia in Assemblea Nazionale. Una delle poche novità è stata la creazione da parte dei dissidenti usciti nelle ultime settimane da la france insoumise di un nuovo movimento, denominato "l'après" (il dopo), "associazione per la repubblica ecologica e sociale". Ci sono gli ex colonnelli di Mélenchon, Clémentine Autain, Raquel Garrido, Alexis Corbiére, Daniel Simonnet, Hendrik Davi e Olivier Malaude. Manca François Ruffin, che sembra volersi tenere smarcato la sua eventuale candidatura a premier, più volte avanzata. Sembra quasi che ci si prepari, all’interno del Fronte popolare, ad una scelta che è quella di arginare all’opposizione i comunisti di Mélenchon per arrivare ad una alleanza con Ensemble e con i Republicains che hanno scelto di non collocarsi con la destra lepeniana come Eric Ciotti. Alla fine sarebbe una sorta di applicazione della maggioranza Ursula (inventata da Macron) in salsa francese. Socialisti, liberali, repubblicani (che in Europa siedono nel gruppo del Ppe) e forse verdi e la nuova formazione di ex comunisti ecologisti. Il problema sarà rappresentato dalla scelta di un Premier “potabile” per tutti e l’ipotesi avanzata nei giorni scorsi da Le Monde di un ritorno da protagonista sulla scena politica di Francois Hollande potrebbe essere capace di mettere tutti d’accordo: un ex Presidente della Repubblica che, sebbene socialista, potrebbe avere quella statura necessaria per un governo così eterogeneo. Proprio per questo la candidatura emersa all’interno del Fronte popolare di Huguette Bello proposta dal partito comunista e da anni presidente del consiglio regionale a l'Ile-de-la-réunion, dove è nata e vissuta, sebbene raccolga l'adesione di molti della coalizione di sinistra sembra essere per lo più una candidatura “di bandiera”. Fra i suoi pregi quello di essere fuori dai giochi dei 4 partiti principali del fronte popolare, quindi con un appeal politico superiore nei confronti dei deputati di centro e della destra moderata. Ma probabilmente non basta. Francois Hollande, ex Presidente della Repubblica, viene indicato da Le Monde come possibile premier di una coalizione eterogenea sul modello Ursula@web Francois Hollande, ex Presidente della Repubblica, viene indicato da Le Monde come possibile premier di una coalizione eterogenea sul modello Ursula Se nella gauche dopo 5 giorni dall'inattesa vittoria alle legislative non riesce ad emergere il volto di un candidato che metta d'accordo le due anime del fronte, nel campo presidenziale è bufera. Ieri Macron ha convocato i suoi di "ensemble" e i ministri e contro di loro ha espresso tutta la sua rabbia per quello che definito il "disastroso spettacolo" da loro messo in mostra questa settimana. Sulla scia di questo sfogo, in un clima definito più che teso, ha lasciato trapelare anche che la sua proroga del premier Gabriel Attal e dei ministri nelle loro cariche durerà fino a martedì: ultimo consiglio dei ministri, poi tutti a casa. Per la settimana entrante, dunque, una soluzione sul nuovo governo dovrà essere trovata. Già nella "lettera ai francesi" pubblicata da Macron mentre era in viaggio per Washington due giorni fa, direzione vertice Nato, il presidente si schierava anche dialetticamente con "i francesi", affermando di sperare nelle capacita dei "nostri politici". Una capacità che forse prelude a quella maggioranza “Ursula” che potrebbe diventare una strategia valida in Europa, in Francia e, forse dopo il voto tedesco, anche in Germania.
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