Tragedia sul Pik Pobeda: alpinista italiano muore tentando di salvare la compagna di cordata
Luca Sinigaglia, 49 anni, alpinista milanese ed esperto di alta quota, è morto il 15 agosto in Kirghizistan mentre cercava di soccorrere l’amica e compagna di cordata, la russa Natalia Nagovitsyna, rimasta gravemente ferita a oltre 7.100 metri sul Pik Pobeda (7.439 m). Secondo le prime ricostruzioni, l’italiano sarebbe deceduto per edema cerebrale e congelamento, dopo giorni passati a tentare di assistere la donna, immobilizzata da una frattura alla gamba e con scarse risorse. Nagovitsyna, ancora viva dopo quasi dieci giorni, attende tuttora i soccorsi: le operazioni di recupero, rese difficilissime dal maltempo e dalla quota estrema, sono in corso. Un primo tentativo con un elicottero militare kirghiso si è concluso con un atterraggio d’emergenza e diversi soccorritori feriti, ma un nuovo team di ricerca sta provando a salire approfittando di una finestra di tempo favorevole. Mai prima d’ora un alpinista ferito è stato salvato a quella altitudine sul Pik Pobeda. Sinigaglia e Nagovitsyna si conoscevano dal 2021, quando lui le salvò la vita durante una spedizione sul Khan Tengri, nella quale morì il marito della donna. Da allora erano rimasti in contatto, condividendo nuove scalate. Ora la famiglia e gli amici piangono un uomo descritto come generoso e coraggioso. La sorella Patrizia ha ricordato: “Non avrebbe mai lasciato indietro nessuno”. L’Ambasciata italiana segue da vicino la vicenda.
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