Violenza donne, per il 94% degli italiani affrontare il problema è una priorità

Nov 19, 2024 - 03:57
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Violenza donne, per il 94% degli italiani affrontare il problema è una priorità
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Il 94% degli italiani e delle italiane – senza differenze tra chi si dichiara di destra e chi di sinistra - pensa che la violenza maschile contro le donne sia un tema rilevante. Per il 74% è aumentata negli ultimi anni. 8 italiani su 10 ritengono inoltre che le attuali politiche e leggi non siano sufficienti per contrastare il fenomeno. Inoltre, al diffuso senso di insoddisfazione verso l’intervento legislativo e politico, la risposta e l’interesse della classe politica è quanto mai assente: nell’ultimo anno meno dell’1,5% dei post totali su Facebook e Instagram di Governo, Parlamentari, rappresentanti degli enti locali – su 300mila complessivi - si occupa di violenza maschile sulle donne. E quando ne parlano lo fanno con scarsa competenza, senza un legame con l’agenda politica nazionale e solo in occasione di ricorrenze o fatti gravi di cronaca. 2 volte su 3 a scrivere del tema sono le politiche donne. Lo rivela “Oltre le parole. Narrazione politica e percezione pubblica sulla violenza maschile contro le donne”, la ricerca di ActionAid in collaborazione con Osservatorio di Pavia e B2Research, che ha raccolto e analizzato i social dei rappresentanti politici italiani e ha intervistato con un’indagine demoscopica gli italiani e le italiane per conoscerne le opinioni. B2Research ha condotto il sondaggio su un campione rappresentativo della popolazione italiana over 16 per caratteristiche geografiche e anagrafiche ed equamente distribuite per opinione politica fra destra/centro-destra e sinistra/centro-sinistra. "Ancora una volta la violenza è ‘un affare di donne’ anche all'interno delle istituzioni - dichiara Katia Scannavini, vicesegretaria generale ActionAid Italia -. La violenza maschile contro le donne è una conseguenza delle disuguaglianze di genere e il suo contrasto deve toccare tutti gli ambiti della politica nazionale. Così non è mai stato. Per adottare norme realmente trasformative, la classe politica deve diventare competente, indipendentemente dal genere o dal ruolo ricoperto. È quindi necessario formare correttamente coloro che legiferano e governano. Ma non solo, la politica passi dalle parole ai fatti e raggiunga una convergenza per approvare una legge che introduca l’educazione sessuale, affettiva e di genere nelle scuole”.

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Giò Barbera Giornalista iscritto all’elenco dei “Professionisti” dal 2003. Iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Liguria dal 1991 come pubblicista fino al 2003 quando ha superato l’esame a Roma per passare ai professionisti. Il suo primo pezzo, da album dei ricordi, l’aveva scritto sul ‘Corriere Mercantile’ (con l’edizione La Gazzetta del Lunedì) nel novembre del 1988. Fondato nel 1824, fu una delle più longeve testate italiane essendo rimasto in attività fino al luglio del 2015. Ha collaborato per 16 anni con l’agenzia Ansa, ma anche con Agi, Adnkronos, è stato corrispondente della Voce della Russia di Radio Mosca, quindi ha lavorato con La Repubblica, La Padania, Il Giornale, Il Secolo XIX, La Prealpina, La Stampa e per diverse emittenti radiofoniche come Radio Riviera 3, Radio Liguria International, Radio Babboleo, Lattemiele, Onda Ligure. E' direttore del portale areamediapress.com e di Radiocom.tv