Tribunale di Foggia, Confintesa FP denuncia: “Interpretazione arbitraria delle relazioni sindacali”

. Il Presidente del Tribunale di Foggia, dott. Sebastiano Luigi Gentile, ha interpretato le norme sulle relazioni sindacali in modo differente rispetto a quanto stabilito dal CCNL, dall’ARAN e dal Capo Dipartimento del Ministero della Giustizia. In particolare, ha sostenuto che anche i sindacati non firmatari del CCNL abbiano diritto a partecipare a tutte le forme di relazioni sindacali (informazione, confronto e contrattazione), mentre Confintesa Funzione Pubblica – sindacato firmatario – ritiene che solo le sigle firmatarie possano accedere ai tavoli negoziali. Il Tribunale di Foggia ha ritenuto di interpretare autonomamente le norme sulla rappresentanza sindacale, generando un evidente conflitto di competenze e rischiando di compromettere il principio di imparzialità. È legittimo che un eventuale ricorso ex art. 28 dello Statuto dei Lavoratori – strumento fondamentale per la tutela sindacale – venga giudicato proprio dallo stesso Tribunale? La contestazione di Confintesa FP riguarda anche il fatto che il Presidente del Tribunale, in qualità di magistrato, si stia occupando di relazioni sindacali e gestione del personale, che invece dovrebbero essere di competenza del Dirigente Amministrativo. Inoltre, se Confintesa FP volesse impugnare questa decisione con un ricorso ex art. 28 dello Statuto dei Lavoratori, sarebbe lo stesso Tribunale di Foggia a doverlo giudicare, sollevando dubbi sull’imparzialità della decisione. “Al Tribunale di Foggia si sta consumando una vicenda che solleva interrogativi sulla corretta applicazione delle norme sulle relazioni sindacali e sul principio di terzietà”, afferma Claudia Ratti, segretario generale Confintesa FP. Confintesa FP ribadisce che la gestione del personale e delle relazioni sindacali è competenza dei dirigenti amministrativi, figure tecniche deputate a garantire l’applicazione delle norme contrattuali e il rispetto dei diritti dei lavoratori. I magistrati non dovrebbero occuparsi della funzione giurisdizionale, senza interferire in ambiti che non rientrano nelle loro competenze. La vicenda di Foggia mette in luce una criticità più ampia: la mancata applicazione delle corrette procedure di gestione del personale nella giustizia. A differenza di altre amministrazioni, nel Ministero della Giustizia il contratto integrativo è fermo dal 2010, segnale di una gestione inadeguata che incide negativamente sulle condizioni lavorative del personale. Confintesa FP chiede che venga fatta chiarezza sulla vicenda e che si ripristini il pieno rispetto delle relazioni sindacali, nel solco delle regole stabilite dalla legge e dai contratti collettivi.
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