Ue verso l’autosufficienza nella difesa: presentata la roadmap per la sicurezza europea
La Commissione europea ha presentato una nuova tabella di marcia per la difesa che rappresenta un passo strategico verso una maggiore indipendenza dell’Unione europea nel campo della sicurezza. Il documento, composto da sedici pagine e frutto di mesi di consultazioni con gli Stati membri, definisce obiettivi e scadenze per rendere l’Europa più pronta a difendersi entro la fine del decennio. La mossa arriva in un contesto di crescente instabilità geopolitica e di avvertimenti, da parte di diverse agenzie di intelligence, circa il rischio di nuove aggressioni da parte della Russia. La tabella di marcia punta a dare concretezza a piani già discussi in precedenza, fissando tempistiche e priorità precise. Al centro vi sono quattro progetti faro considerati fondamentali per la sicurezza europea. Tra questi, la nuova iniziativa di difesa dai droni, ribattezzata “muro di droni”, che dovrà proteggere il fianco orientale dell’Unione e che si prevede sarà pienamente operativa entro il 2027. A questa si affiancano lo Scudo aereo europeo, lo Scudo spaziale europeo e nuovi sistemi di sorveglianza avanzata. Il piano non fornisce ancora dettagli sui finanziamenti, ma prevede che tali questioni vengano affrontate in un secondo momento. Il commissario europeo per la Difesa, Andrius Kubilius, ha sottolineato che l’obiettivo della roadmap è creare una reale autosufficienza nel settore. Secondo Kubilius, l’autosufficienza significa saper produrre e finanziare internamente ciò che serve alla difesa europea, riducendo la dipendenza dall’estero e modernizzando la base industriale. Attualmente circa l’80 per cento delle forniture militari acquistate dagli Stati membri proviene da Paesi extra Ue, in gran parte dagli Stati Uniti. La Commissione vuole invertire questa tendenza e incoraggiare gli Stati membri a coordinare i propri acquisti, ridurre i costi, colmare le lacune nelle capacità operative e rafforzare la produzione interna. Non si tratta, ha chiarito un funzionario, di costruire un apparato militare parallelo alla Nato: l’Alleanza resterà la struttura operativa in caso di conflitto, ma l’Europa deve essere in grado di garantire i propri mezzi e risorse. Auto bruciate ed edifici residenziali danneggiati dopo un attacco russo a Zaporizhzhia, 5 ottobre, 2025 Auto bruciate ed edifici residenziali danneggiati dopo un attacco russo a Zaporizhzhia, 5 ottobre 2025 AP Photo La questione della governance è delicata, soprattutto per quei Paesi dell’Unione che non fanno parte della Nato ma che potrebbero contribuire economicamente ai progetti strategici. Secondo un funzionario della Commissione, in caso di crisi l'Alleanza gestirebbe l’aspetto operativo, ma gli Stati membri non appartenenti all’Alleanza potrebbero comunque partecipare allo sforzo comune, in virtù del contributo dato alle capacità condivise. Questo approccio mira a rafforzare la coesione interna e a preparare il blocco a scenari futuri in cui il supporto statunitense potrebbe ridursi, poiché Washington sta progressivamente orientando la propria strategia verso l’Indo-Pacifico.
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