Un attacco ha raggiunto a base militare di Calso, in Iraq
Un attacco ha raggiunto la base militare di Calso, in Iraq, una cinquantina di chilometri a sud di Baghdad, nota per ospitare comparti filo-iraniani delle Forze di mobilitazione popolare (Pmf). Nel raid è rimasto ucciso un membro del gruppo e altri otto sono rimasti feriti. L’emittente Al Jazeera fa sapere che l’esplosione è stata particolarmente potente, causando un incendio che ha raggiunto gli alberi circostanti mentre ora sarebbe visibile un largo cratere della deflagrazione. Le Pmf in una nota hanno in un primo momento accusato gli Stati Uniti, ma il Comando centrale americano (Centcom) ha smentito queste affermazioni: “Gli Stati Uniti non hanno condotto attacchi contro l’Iraq oggi”, si legge in un post su X pubblicato alle 2 del mattino. Il premier iracheno Mohammad Shia Al-Sudani, che in questi giorni è negli Usa, ha fatto sapere che il governo aprirà un’inchiesta sull’accaduto. Le autorità hanno inoltre chiarito di non aver rilevato l’arrivo di missili o droni nei cieli iracheni. Successivamente un altro gruppo filoiraniano, le Forze di resistenza islamica (Irf), ha puntato il dito contro le autorità di Tel Aviv e condotto un attacco con un drone contro il porto di Eilat, in Israele. Sul proprio canale Telegram, il movimento armato ha rivendicato l’azione, accusando Tel Aviv di aver violato la sovranità dell’Iraq. Ribadita anche la solidarietà del gruppo alla popolazione palestinese. Da quando a ottobre è iniziato il conflitto nella Striscia tra l’esercito israeliano e gruppi armati palestinesi gli incidenti in Medio Oriente si moltiplicano. L’ultimo ieri, quando Israele ha colpito Isfahan, non lontana dalla capitale iraniana Teheran. Stamani, in un’intervista il ministro degli Esteri iraniano, Hossein Amir-Abdollahian ha dichiarato che se Tel Aviv metterà in atto altre azioni avventate e lesive degli interessi del Paese, “la nostra risposta sarà immediata e di livello massimo”.
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