Usa 2024, Biden si ritira e appoggia Harris. Boom di donazioni per i dem

Lug 22, 2024 - 07:03
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Usa 2024, Biden si ritira e appoggia Harris. Boom di donazioni per i dem

"Sono onorata". Kamala Harris accetta l'investitura di Joe Biden. Il commander in chief ha annunciato il suo ritiro dalla corsa alla Casa Bianca e appoggiato la sua numero due per la nomination, aprendole la strada alla possibilità di diventare la prima presidente donna e di colore, dopo aver toccato questo soffitto di cristallo come vicepresidente. "Mi guadagnerò la nomination e batterò Trump", assicura Harris in un post in cui allega il link per le donazioni, dando già ufficialmente il via alla sua corsa presidenziale. Con l'endorsement di Bill e Hillary Clinton, e di decine di delegati ed ex delegati alla convention democratica. "Questi non sono tempi normali e queste non saranno elezioni normali. Ma questa è la nostra America. E io ho bisogno di voi in questa battaglia", afferma Harris in uno dei suoi primi messaggi di raccolta fondi. E la risposta è immediata, con un boom di donazioni per i democratici che hanno raccolto inj poche ore 46,7 milioni di dollari. In caso invece di mini primarie, come auspicato nei giorni scorsi dall'ex speaker della Camera Nancy Pelosi e ora da Barack Obama, potrebbero scendere in campo alcuni governatori, nomi che eventualmente potrebbero anche fare da vice a Harris: Josh Shapiro (Pennsylvania), J.B. Pritzker (Illinois), Tony Evers (Wisconsin) e Andy Beshear (Kentucky). Più improbabili il governatore della California Gawin Newsom (considerato troppo liberal e di uno Stato già saldamente dem) e la governatrice del Michigan Gretchen Whitmer, pare perché non vorrebbe bruciarsi le chance di correre nel 2028. Non è da escludere neppure il segretario ai Trasporti Pete Buttigieg. Nata nel 1964 a Oakland, in California, Kamala Harris non ha brillato nei panni di vice, deludendo probabilmente chi si aspettava molto di più da lei. Laureata alla prestigiosa università Howard, era stata salutata forse un po' troppo semplicisticamente come 'l'Obama donna' per la sua capacità oratoria e di trascinare le folle, almeno fino a qualche tempo fa. Prima di conquistare un seggio al Senato nel 2016 è stata procuratrice di San Francisco, quindi della California. Barack Obama la definì goffamente "la più bella procuratrice del Paese", per poi scusarsi. All'ex presidente la lega comunque un'amicizia di vecchia data e una stima reciproca. Proprio l'amministrazione Obama infatti la valutò come possibile giudice della Corte Suprema. Come senatrice, Harris ha subito dichiarato guerra a Donald Trump e si è imposta sul palcoscenico nazionale con i suoi interrogatori all'ex ministro della Giustizia Jeff Sessions, che sono sono diventati virali e l'hanno accreditata davanti al pubblico democratico a caccia di volti nuovi per il partito. Da qui la decisione di provare a correre per la Casa Bianca: un tentativo che non ha avuto successo, anche se si era imposta come una delle rivali più agguerrite di Biden nel corso delle primarie. E' rimasto negli annali l'aspro confronto fra i due nel corso di uno dei dibattiti, durante il quale Harris rinfacciò al suo futuro capo di essersi compiaciuto della collaborazione con due senatori segregazionisti negli anni '70. Non contenta, Kamala continuò raccontando di conoscere una ragazzina nera che per fortuna ebbe la possibilità di andare in una scuola migliore grazie al servizio di scuolabus istituito per le minoranze che vivevano nei quartieri più disagiati, servizio al quale - ricordò - il senatore Biden si era opposto: "Quella ragazzina ero io". Nonostante lo scontro, fu scelta poi come numero due nel ticket dem. Non è mai uscita dall'ombra di Biden e non ha mai bucato lo schermo, ma sta recuperando terreno e immagine su alcuni temi, come quello chiave dell'aborto. E con i suoi 59 anni e la sua fermezza dietro un sorriso abbagliante potrebbe funzionare come antitesi a Trump, facendolo apparire vecchio e iroso. Come senatrice, Harris ha subito dichiarato guerra a Donald Trump e si è imposta sul palcoscenico nazionale con i suoi interrogatori all'ex ministro della Giustizia Jeff Sessions, che sono sono diventati virali e l'hanno accreditata davanti al pubblico democratico a caccia di volti nuovi per il partito. Da qui la decisione di provare a correre per la Casa Bianca: un tentativo che non ha avuto successo, anche se si era imposta come una delle rivali più agguerrite di Biden nel corso delle primarie. E' rimasto negli annali l'aspro confronto fra i due nel corso di uno dei dibattiti, durante il quale Harris rinfacciò al suo futuro capo di essersi compiaciuto della collaborazione con due senatori segregazionisti negli anni '70. Collezionista di sneaker Converse, Harris si sveglia di solito alle 6 del mattino e si allena per mezz'ora. Fra i suoi libri preferiti ci sono 'Native Son' di Richard Wright e 'The Lion, the Witch and the Wardrobe' di C.S. Lewis. Il suo motto è un monito che la madre le rivolgeva quando era ragazzina: 'Potrai essere la prima, ma assicurati di non essere l'ultima'. Da allora Harris di tabù ne ha infranti molti, aprendo la strada e diventando un modello per molte donne. Ora ha l'occasione della vita. Joe Biden sarà ricordato "come il peggior presidente nella storia del nostro Paese" e la sua vice Kamala Harris "sarà ancora più facile da battere". Pochi minuti dopo l'annuncio del ritiro del suo rivale nella corsa alla Casa Bianca, Donald Trump affida la sua prima reazione ad una telefonata alla Cnn, la tv americana a lui più ostile. Poi marca il punto anche sul suo social Truth, sostenendo che tutti sapevano sin dall'inizio dell'inadeguatezza del leader dem a guidare il Paese: "Il disonesto Joe Biden non era idoneo a candidarsi alla presidenza, e certamente non è idoneo a servire - e non lo è mai stato! Ha raggiunto la posizione di presidente solo grazie a bugie, notizie false e senza lasciare il suo seminterrato. Tutti coloro che lo circondavano, compreso il suo medico e i media, sapevano che non era in grado di essere presidente, e non lo era". Un j'accuse contro l'entourage, la stampa e il medico personale del commander in chief. Quindi un attacco su uno dei suoi cavalli di battaglia, l'invasione dei migranti alla frontiera col Messico: "E ora, guarda cosa ha fatto al nostro Paese, con milioni di persone che attraversano il nostro confine, totalmente incontrollate, molte provenienti da carceri, istituti psichiatrici e un numero record di terroristi. Soffriremo molto a causa della sua presidenza, ma rimedieremo molto rapidamente ai danni che ha causato. Facciamo l'America di nuovo grande". Il tycoon ne ha approfittato anche per incrementare la raccolta fondi tra i suoi fan, con una email della sua campagna in cui chiede a "milioni di patrioti pro-Trump di contribuire" con donazioni alla sua corsa. "Oggi facciamo la storia", si legge nel messaggio. Il presidente in carica "ha lasciato la corsa in completa disgrazia. L'establishment di Washington, i media che odiano l'America e il corrotto deep State hanno fatto tutto il possibile per proteggere Biden, ma il vostro sostegno lo ha semplicemente messo fuori gara! Adesso avanti a tutta velocità!". Trump era in vantaggio sui Biden non solo nei sondaggi, compresi gli Stati in bilico (7% in Michigan dove ha tenuto l'ultimo comizio), ma anche nei fondi elettorali, avendo raccolto 431,2 milioni di dollari fra aprile e giugno, 98,9 milioni in più dei gruppi pro-Biden fermi a 332,4 milioni. Ma ora deve rivedere la sua strategia, non dovendo affrontare più l'avversario che riteneva più debole ma con ogni probabilità Kamala Harris. E' vero che la vicepresidente non è mai uscita dall'ombra di Biden e non ha mai bucato lo schermo, ma di recente ha recuperato terreno e immagine su alcuni temi, come quello chiave dell'aborto. E con i suoi 59 anni e la sua fermezza dietro un sorriso abbagliante - anche se volte eccessivo - potrebbe far apparire The Donald vecchio e iroso. . Altro fattore chiave sarà chi sceglierà come numero due, da contrapporre al 39enne senatore dell'Ohio JD Vance: pare una scelta obbligata un uomo "giovane" e bianco di uno Stato del decisivo Midwest, come i governatori della Pennsylvania John Shapiro (51 anni), dell'Illinois J.B. Pritzker (59), e del Kentucky Andy Beshear (46). Trump cercherà di cavalcare l'accusa del 'golpe' nel partito democratico, con gli elettori scippati del loro voto nelle primarie. E l'idea che Biden dovrebbe dimettersi anche da presidente, come insistono lo speaker della Camera Mike Johnson e lo stesso Vance. Ma nel frattempo ha già pronti i dossier per il killeraggio politico di Kamala o delle sue alternative. "L'Ucraina è grata al presidente Biden per il suo incrollabile sostegno alla lotta per la libertà dell'Ucraina, che, insieme al forte sostegno bipartisan negli Usa, è stato e continua ad essere fondamentale. Negli ultimi anni sono state prese molte decisioni forti e saranno ricordate come passi coraggiosi compiuti dal presidente Biden in risposta a tempi difficili. E rispettiamo la sua dura ma forte decisione di oggi. Saremo sempre grati alla sua leadership. Ha sostenuto il nostro Paese nel momento più drammatico della storia, ci ha aiutato a impedire a Putin di occupare il nostro Paese". Così il presidente ucraino Zelensky su X.

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Giò Barbera Giornalista iscritto all’elenco dei “Professionisti” dal 2003. Iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Liguria dal 1991 come pubblicista fino al 2003 quando ha superato l’esame a Roma per passare ai professionisti. Il suo primo pezzo, da album dei ricordi, l’aveva scritto sul ‘Corriere Mercantile’ (con l’edizione La Gazzetta del Lunedì) nel novembre del 1988. Fondato nel 1824, fu una delle più longeve testate italiane essendo rimasto in attività fino al luglio del 2015. Ha collaborato per 16 anni con l’agenzia Ansa, ma anche con Agi, Adnkronos, è stato corrispondente della Voce della Russia di Radio Mosca, quindi ha lavorato con La Repubblica, La Padania, Il Giornale, Il Secolo XIX, La Prealpina, La Stampa e per diverse emittenti radiofoniche come Radio Riviera 3, Radio Liguria International, Radio Babboleo, Lattemiele, Onda Ligure. E' direttore del portale areamediapress.com e di Radiocom.tv