L’aggressione russa riconosciuta come una violazione della Carta delle Nazioni Unite
ntervenendo per la prima volta al Consiglio di sicurezza dell’Onu, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha espresso la gratitudine del suo paese per tutte le nazioni che hanno riconosciuto l’aggressione russa come una violazione della Carta delle Nazioni Unite, anche se ciò “non ha cambiato nulla” per la Russia all’ONU che, a suo dire, è stata costretta “in una condizione di stallo sulla questione dell’aggressione” a causa del diritto di veto della Russia. Per questo “L’umanità non più le sue speranze nell’ONU quando si tratta della difesa dei confini sovrani delle nazioni” il che – a detta di Zelensky – ha indotto diversi paesi a “formare nuove alleanze al di fuori delle Nazioni Unite a causa del modo in cui le Nazioni Unite hanno gestito l'invasione della Russia”. Ma se l’ONU è stata “inefficace”, ha aggiunto Zelensky, può comunque essere “capace di fare di più”. Il presidente ucraino dopo aver ricordato che “sono trascorsi 574 giorni di dolore, perdite e lotta” dall'invasione russa, che ha portato alla morte di migliaia di persone e trasformato altri milioni in rifugiati a causa di “un’aggressione criminale e immotivata” ha quindi aggiunto che è necessario che a Mosca venga tolto il diritto di veto. “Questo sarà il primo passo necessario. È impossibile fermare la guerra perché a tutti gli sforzi viene posto il veto dell’aggressore, o di coloro che chiudono un occhio di fronte alle azioni dell’aggressore”, ha sottolineato Zelensky. Nel caso in cui due terzi dei voti in tal senso riflettessero la volontà delle nazioni dell’Asia, dell’Africa, dell’Europa, delle Americhe e del Pacifico, il veto potrebbe in effetti essere superato.
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