Alla scuola primaria si torna indietro, mentre alle superiori i ragazzi vorrebbero un passo in avanti
Alla scuola primaria si torna indietro, mentre alle superiori i ragazzi vorrebbero un passo in avanti. Se gli studenti più piccoli faranno infatti di nuovo i conti con i classici giudizi - dall’insufficiente al buono e così via - al posto dei tanto discussi “livelli di apprendimento”, quelli più grandi spingono per dei cambiamenti nel sistema di valutazione periodica. Il loro desiderio è quello di non racchiudere il percorso scolastico in un semplice numero ma perlomeno di affiancare quest’ultimo, specie durante l’anno, con una “spiegazione” discorsiva di quanto fatto. Secondo un sondaggio effettuato dal portale Skuola.net - su un campione di 2.500 alunni delle scuole superiori - ben 8 intervistati su 10 vorrebbero infatti rivedere l’approccio attuale. Più nello specifico, il 34% farebbe procedere di pari passo le due cose - voto e giudizio argomentato - per ridurre il peso del primo e per dare maggiori elementi in mano allo studente, per insistere su quella strada oppure per correggere il tiro. Ma ancora più numerosi, il 46%, sono quelli che preferirebbero relegare addirittura il voto a un ruolo secondario. Cioè come un elemento formale da far comparire nella pagella di fine anno, lasciando come metro di valutazione per il resto dei mesi il solo giudizio discorsivo. Seguendo, in quest’ultimo caso, il metodo sperimentale lanciato dal liceo Morgagni di Roma, dove fine a qualche mese fa esisteva una classe in cui i professori non esprimevano numericamente i loro giudizi, fatto salvo negli scrutini intermedi e finali, cercando invece di utilizzare verifiche e interrogazioni per far comprendere ai ragazzi i punti di miglioramento. Un tema, quello della valutazione, che sta molto a cuore alle ragazze e ai ragazzi di oggi. Il voto “secco”, infatti, spesso carica gli studenti di quell’ansia da prestazione che poi, non di rado, sfocia in problemi psicologici ben più gravi. Per questo, un numero non trascurabile di giovani mette la riforma del giudizio tra le priorità per la scuola: in base a un altro recente sondaggio di Skuola.net, si piazza al secondo posto assoluto. Dietro, guarda caso, solo alla questione del benessere mentale degli studenti. Per togliere un po’ di pressione, però, sempre a detta degli alunni delle superiori potrebbe servire anche ripensare l’uso del registro elettronico. Che solo per il 34% significa eliminarlo del tutto. I più, infatti, si accontenterebbero di non vedere caricate online le informazioni in tempo reale ma di avere qualche giorno di tempo a disposizione prima che i brutti voti o i provvedimenti disciplinari siano a portata di genitore, per avere così modo di spiegare personalmente l’accaduto: sarebbe un’ottima soluzione per il 51% degli intervistati. Solo il 15%, invece, manterrebbe le cose così come sono adesso. “Quando gli studenti di oggi si lamentano per l’eccessiva ansia da prestazione che deriva dall’attuale sistema di valutazione, gli adulti spesso minimizzano confrontando il sistema scolastico attuale - sulla carta meno selettivo e severo di un tempo - con quello dei loro tempi. In realtà, ai loro tempi non esisteva il registro elettronico, quel grande fratello che in tempo reale avvisa i genitori di qualsiasi successo o insuccesso formativo. E, soprattutto, una volta si arrivava alle scuole secondarie superiori con una maggiore preparazione anche a fronteggiare le avversità: nel primo ciclo oggi si tende a ridurre al minimo bocciature e insufficienze, per poi scatenarsi alle superiori. Il risultato? Facile immaginarlo: senza basi mentali per affrontare giudizi a cui non eri stato allenato. Ecco perché così tanti ragazzi chiedono un cambiamento”, così commenta Daniele Grassucci, direttore di Skuola.net.
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