Argentina, pronta la riforma migratoria: espulsioni ai condannati e residenza più selettiva
L’Argentina è pronta a varare una nuova e più restrittiva politica migratoria. In un comunicato uscito oggi, l’ufficio del presidente Javier Milei fa sapere di aver redatto un decreto legge (“decreto di necessità e urgenza”, dnu) che porta a compimento, come “promesso”, una “profonda riforma” delle politiche riguardanti l’ingresso di stranieri sul territorio nazionale. L’Argentina “è sempre stato un Paese aperto al mondo” ma ciò non significa che i contribuenti “debbano subire le conseguenze di chi entra nel Paese solo per fare uso e abuso delle risorse che non sono loro, come i cosiddetti ‘tour sanitari'”. Il testo, presentato per mettere ordine a un fenomeno che avrebbe garantito “negli ultimi 20 anni” l’ingresso di 1,7 milioni di cittadini “in modo irregolare”, prevede che “nessuno straniero condannato potrà entrare nel Paese, e che coloro che commettono un reato” sul territorio argentino”, quale che sia la pena, vengano espulsi. Di fatto, spiega la nota, ai fini della non ammissione o espulsione dal Paese, valgono ora anche i reati la cui pena è inferiore ai cinque anni. Questa misura, sottolinea l’ufficio del presidente, mira ad “instaurare ordine e buon senso in un sistema che, purtroppo, e grazie alla complicità di politici populisti, è stato compromesso”.
Al tempo stesso, chi dovesse entrare in Argentina in modo “transitorio, temporale o irregolare” dovrà obbligatoriamente dotarsi di una assicurazione medica e pagarsi le eventuali spese per l’assistenza sanitaria. Questa misura serve a garantire “la sostenibilità del sistema di salute pubblico, perché smetta di essere un centro di assistenza finanziato dai nostri cittadini”, spiega l’ufficio del presidente, secondo cui, solo nel 2024, le casse pubbliche hanno speso 114 miliardi di pesos (l’equivalente di svariate decine di milioni di euro). Alle Università nazionali viene concesso il potere di chiedere tariffe extra per gli studenti stranieri temporanei che intendano sfruttare i loro servizi. “Occorre chiarire che si mantiene l’accesso gratuito all’educazione primaria e secondaria per tutti i residenti”, in questo senso equiparati ai cittadini argentini.
Il decreto rende più selettivo – “come sarebbe dovuto essere sempre” – il processo per ottenere la “Carta de ciudadania”, il documento ufficiale che garantisce la cittadinanza argentina agli stranieri: “a partire da ora si concederà sola solo nei casi in cui la persona sia stata residente in maniera continua nel Paese per due anni”. Un diritto, da notare, che viene concesso anche a chi abbia “effettuato un investimento rilevante per l’Argentina”. “La società ha scelto il presidente Javier G. Milei affidandogli il compito di avviare la ricostruzione argentina. Garantire che il denaro di chi paga le tasse si utilizzi per loro e non per coloro che fanno uso abusivo dei nostri servizi pubblici, che coloro che delinquino non entrino o siano espulsi dal Paese, e che ottenere la residenza sia un processo selettivo, costituisce un passo fondamentale in questa direzione”, chiude la nota.
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