C'è un uomo che da quarantun anni vive prigioniero, in isolamento

Feb 26, 2024 - 04:43
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C'è un uomo che da quarantun anni vive prigioniero, in isolamento

C'è un uomo che da quarantun anni vive prigioniero, in isolamento, in una gabbia di vetro blindato nel ventre del famigerato carcere britannico di Wakefield, località a pochi chilometri da Leeds. Lo chiamano 'Hannibal the Cannibal' e la sua storia qualche punto in comune con quella immaginata da Thomas Harris ce l'ha. L'uomo, Robert Maudsley, ha compiuto settant'anni e ha ucciso in modo crudelissimo per quattro volte: tre quando era già detenuto, condannato per un primo omicidio commesso nel 1974. Il filo di sangue che collega i delitti di Maudsley è l'odio irrefrenabile per i pedofili. La sua vicenda riemerge di tanto in tanto nelle cronache e ora la ripropone il Daily Mail: l'occasione è che una guardia carceraria appena andata in pensione, Neil Samworth, reclama per le condizioni di quella prigionia e affinchè Maudsley non finisca i propri giorni nella scatola di vetro sotterranea, che misura 5 metri e mezzo per poco piu' di quattro e dove è confinato per 23 ore al giorno. Per l'ora d'aria è scortato da quattro agenti penitenziari. Samworth ha dichiarato al Daily Mail: "Credo che sia un trattamento sbagliato. Lui è in totale isolamento e questo e' ingiusto. Credo che i suoi crimini facciano ormai parte della storia e che adesso non costituisca alcun pericolo reale per gli altri". Maudsley stesso ha implorato più volte la fine del suo isolamento. Già più di vent'anni fa, in una lettera, scrisse: "Le autorità della prigione mi vedono come un problema e la loro soluzione è stata di mettermi in isolamento e buttare via la chiave, di seppellirmi vivo in una bara di cemento... A loro non interessa se io sia pazzo o malvagio, non vogliono sapere la risposta e si curano solo che io sia tenuto fuori dal loro sguardo e dalla loro mente. Sono lasciato a stagnare, a vegetare e a regredire; lasciato a confrontare la mia testa solitaria con persone che hanno occhi ma non vedono, hanno orecchie ma non sentono e bocche ma non parlano. La mia vita in solitudine e' un lungo ininterrotto periodo di depressione". A Maudsley fu affibbiato il soprannome di 'Hannibal the Cannibal' in base al sospetto che avesse mangiato il cervello di una delle sue vittime. In un documentario tv del 2022 un suo nipote affermò che lui gli aveva assicurato di uccidere ancora se fosse stato liberato. Maudsley nacque vicino a Liverpool nel 1953, quarto figlio di un camionista, e visse una infanzia infelice senza cure parentali, soffrendo botte e abusi, tanto che nel corso del processo a suo carico nel 1979 Maudsley confesso' come nelle sue vittime vedesse i genitori: "Quando uccido, penso di avere i miei genitori in testa. Se avessi ucciso loro nel 1970, nessuna di queste persone avrebbe avuto bisogno di morire". Il primo omicidio lo commise a 21 anni, nel 1974; da quando ne aveva 16 si prostituiva. Uccise il pedofilo John Farrell a Wood Green, dopo che questi gli aveva mostrato le fotografie dei bambini di cui aveva abusato. Maudsley dopo il delitto si consegnò subito alla polizia e fu mandato al Broadmoor Hospital, un manicomio criminale, essendo stato giudicato incapace di intendere. A Broadmoor la sua condotta fu esemplare fino al 1977, quando assieme a un altro detenuto, David Cheeseman, si barricò in una cella prendendo ostaggio il molestatore di bambini David Francis. Dopo averlo torturato per nove ore, i due esibirono il cadavere dell'uomo alle guardie carcerarie: aveva la testa "aperta come un uovo sodo", con un cucchiaio che ne spuntava e un pezzo di cervello mancante, testimoniò uno degli agenti. Fu allora che si decise il trasferimento di Maudsley, dopo la condanna, nel carcere di Wakefield dove pugnalò e strangolò il detenuto Salney Darwood, 46 anni, il quale scontava la pena per uxoricidio. Maudsley nascose il cadavere di Darwood sotto la brandina prima di introdursi nella cella del pedofilo Bill Roberts, 56 anni, che aveva abusato di una bimba di sette. Lo accoltellò, gli ruppe il cranio con una sorta di accetta artigianale e lo fini' sbattendogli la testa alla parete. Dopo questo duplice omicidio e relative condanne, 'Hannibal' fu isolato da tutto e tutti nella cella di vetro blindato. Nel 2000 scrisse invano al tribunale che gli fosse permesso di morire. Nella lettera riepilogava il trattamento carcerario subìto, il suo isolamento e chiedeva che almeno gli fosse concesso un pappagallino per compagnia, promettendo che non lo avrebbe mangiato, o un televisore per "vedere il mondo" o anche un po' di musica. La prigione di Wakefield, situata nello Yorkshire, è conosciuta come la Casa dei Mostri e vi sono detenuti i criminali più efferati del Regno Unito. "A Wakefield non ci sono reparti di isolamento", ha raccontato Samworth, "sicche' molte ali sono piene di violentatori, stupratori e assassini di minori. Stanno tutti insieme".

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Giò Barbera Giornalista iscritto all’elenco dei “Professionisti” dal 2003. Iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Liguria dal 1991 come pubblicista fino al 2003 quando ha superato l’esame a Roma per passare ai professionisti. Il suo primo pezzo, da album dei ricordi, l’aveva scritto sul ‘Corriere Mercantile’ (con l’edizione La Gazzetta del Lunedì) nel novembre del 1988. Fondato nel 1824, fu una delle più longeve testate italiane essendo rimasto in attività fino al luglio del 2015. Ha collaborato per 16 anni con l’agenzia Ansa, ma anche con Agi, Adnkronos, è stato corrispondente della Voce della Russia di Radio Mosca, quindi ha lavorato con La Repubblica, La Padania, Il Giornale, Il Secolo XIX, La Prealpina, La Stampa e per diverse emittenti radiofoniche come Radio Riviera 3, Radio Liguria International, Radio Babboleo, Lattemiele, Onda Ligure. E' direttore del portale areamediapress.com e di Radiocom.tv