Corte UE: Frontex ha sbagliato non verificando il rispetto delle norme europee in una decisione di rimpatrio congiunto
Pronunciandosi stamane sul caso di una famiglia di curdi siriani rimpatriata in Turchia nell’ambito di un'operazione congiunta coordinata dall'Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera (Frontex), l’Avvocata Generale della Corte di Giustizia dell’UE ha suggerito ai giudici di rinviare il caso al Tribunale europeo, suggerendo che la decisione di respingere il ricorso della famiglia fosse errata, perché Frontex non ha verificato se esistesse una specifica decisione di rimpatrio nei loro confronti, violando in tal modo i loro diritti fondamentali. Secondo il magistrato, Frontex ha certamente l'obbligo di verificare l'esistenza di una decisione di rimpatrio nei confronti di tutte le persone destinatarie di un'operazione congiunta di rimpatrio, verifica rilevante per adempiere il suo obbligo di garantire il rispetto del principio di «non-refoulement», che vieta agli Stati di rimpatriare una persona in un Paese in cui rischierebbe di subire torture, trattamenti inumani o degradanti, o persecuzioni per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza a un particolare gruppo sociale o opinione politica.
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