Egitto, scoperta ad Abydos la tomba di un faraone sconosciuto

Mar 30, 2025 - 06:51
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Egitto, scoperta ad Abydos la tomba di un faraone sconosciuto

Un’équipe egiziano-americana guidata dall’archeologo Josef Wegner dell’Università della Pennsylvania ha riportato alla luce una tomba reale risalente al Secondo periodo intermedio (circa 1640-1540 a.C.) nella necropoli di Gebel Anubi, ad Abydos, in Egitto. La scoperta rappresenta un importante contributo allo studio della poco documentata “dinastia di Abydos”, anche se il nome del faraone sepolto resta sconosciuto a causa dei gravi riportati dalla tomba nel corso di antichi saccheggi.

La sepoltura, collocata a sette metri di profondità, è costituita da una camera funeraria in calcare con rivestimenti in mattoni crudi. Originariamente alta cinque metri, la struttura risulta più imponente rispetto ad altre tombe dello stesso periodo. L’ingresso è decorato con raffigurazioni delle dee Iside e Nefti, legate ai riti funerari, ma i cartigli che contenevano il nome del sovrano sono stati distrutti

Secondo Mohamed Abdel Badie, responsabile del Settore delle antichità egizie presso il Consiglio supremo delle antichità citato da Archaeologymag, lo stile e la posizione della tomba richiamano quella del faraone Senebkay, scoperta ad Abydos nel 2014. L’ipotesi è che la sepoltura appena rinvenuta possa appartenere a uno dei suoi predecessori, forse i re Senaiib o Paentjeni, noti per aver eretto monumenti nella regione.

La medesima fonte sottolinea che la tomba è stata completamente saccheggiata in epoca antica: sono scomparsi il sarcofago, la mummia e i vasi canopi. È probabile che i ladri abbiano agito già in epoca romana, attratti dal valore del calcare e di altri materiali come granito e quarzite utilizzati nella costruzione delle tombe.

Oltre alla tomba reale, nella vicina località di Banawit, a nord di Abydos, è stato scoperto un laboratorio di produzione di ceramica e vetro risalente all’epoca romana (30 a.C.–642 d.C.), con numerose fornaci e ambienti di stoccaggio. Tra i ritrovamenti, anche 32 ostraka – frammenti ceramici con iscrizioni in greco e demotico – che documentano transazioni commerciali e imposte. Si trattava probabilmente di uno dei principali centri produttivi del vetro e della ceramica per il Nono distretto. Il sito fu poi riutilizzato nel XIV secolo come area sepolcrale, con tombe in mattoni crudi contenenti mummie e scheletri, tra cui un bambino con un copricapo in tessuto e il cranio di una donna di circa 30 anni. La presenza di semi di palma, radici di grano e orzo indica un’interazione tra pratiche agricole e rituali funerari. Sebbene priva di corredo e resti umani, la nuova tomba fornisce elementi fondamentali per comprendere l’evoluzione delle sepolture reali ad Abydos, precisa Archaeologymag. Il team archeologico prevede di proseguire le indagini in profondità, nella speranza di rinvenire altre tombe –magari ancora intatte – che possano offrire nuove testimonianze della storia egizia ancora da scrivere.

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Giò Barbera Giornalista iscritto all’elenco dei “Professionisti” dal 2003. Iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Liguria dal 1991 come pubblicista fino al 2003 quando ha superato l’esame a Roma per passare ai professionisti. Il suo primo pezzo, da album dei ricordi, l’aveva scritto sul ‘Corriere Mercantile’ (con l’edizione La Gazzetta del Lunedì) nel novembre del 1988. Fondato nel 1824, fu una delle più longeve testate italiane essendo rimasto in attività fino al luglio del 2015. Ha collaborato per 16 anni con l’agenzia Ansa, ma anche con Agi, Adnkronos, è stato corrispondente della Voce della Russia di Radio Mosca, quindi ha lavorato con La Repubblica, La Padania, Il Giornale, Il Secolo XIX, La Prealpina, La Stampa e per diverse emittenti radiofoniche come Radio Riviera 3, Radio Liguria International, Radio Babboleo, Lattemiele, Onda Ligure. E' direttore del portale areamediapress.com e di Radiocom.tv