Ex Ilva: tre stranieri in corsa per l’acquisizione del gruppo, sette per alcuni asset
Sono tre le offerte presentate per l’intero gruppo siderurgico dell’ex Ilva: la cordata azera costituita da Baku Steel Company CJSC e Azerbaijan Investment Company OJSC; il gruppo siderurgico indiano Jindal Steel International e gli statunitensi di Bedrock Industries Management Co Inc, entrati recentemente in gioco. La presentazione delle offerte vincolanti per l’acquisizione del gruppo ex Ilva e dell’acciaieria di Taranto è scaduta ieri a mezzanotte.
Questa mattina i commissari hanno aperto le buste che hanno rivelato i nomi degli acquirenti interessati all’intero gruppo. Ci sono poi altre offerte che riguardano alcuni siti precisi. Complessivamente sette le offerte arrivate solo per alcuni asset, tra cui la cordata Car Segnaletica Stradale Srl, Monge & C. SpA e Trans Isole Srl; Eusider SpA; cordata Eusider SpA, Marcegaglia Steel SpA e Profilmec SpA; I.M.C. SpA; Marcegaglia Steel SpA; cordata Marcegaglia Steel SpA e Sideralba SpA; e infine la Vitali SpA. Stando a quanto si apprende, il gruppo mantovano punta ai siti ex Ilva destinati alla produzione di tubi di Socova a Sénas in Francia (a Marsiglia il gruppo italiano ha recentemente acquisito lo stabilimento di Fos-sur-Mer); Racconigi, ma in questo caso in cordata con altre due realtà della siderurgia italiana, Profilmec Group ed Eusider; e Salerno, in cordata con Sideralba.
Ora i commissari prenderanno del tempo per valutare le offerte ed esaminarle. Tuttavia è importante sottolineare che il termine alla mezzanotte di ieri non è categorico. Infatti, è possibile che arrivino ulteriori offerte prossimamente, che verranno prese in considerazione solo se vantaggiose. I commissari guarderanno in particolare gli aspetti occupazionali, la decarbonizzazione e l’entità degli investimenti, nell’ottica di assicurare uno sviluppo sostenibile degli impianti e la massima tutela del lavoratori coinvolti.
Il termine ultimo per la presentazione delle offerte vincolanti relative all’acquisizione di Acciaierie d’Italia è slittato dal 30 novembre 2024 al 10 gennaio 2025, tempo necessario per permettere agli acquirenti una valutazione dell’offerta. Tuttavia, la scadenza non si sarebbe potuta prolungare oltre i 2-3 mesi. A dettare i tempi sarebbero stati infatti i finanziamenti all’indotto. Non a caso lo scorso mese il prestito ponte da 320 milioni di euro approvato da Bruxelles a luglio 2024 per il rilancio degli stabilimenti del gruppo ha visto un aumento di 100 milioni, passando quindi a 420 milioni di euro. Il provvedimento è contenuto nel decreto Milleproroghe pubblicato sulla Gazzetta ufficiale. L’intervento vuole essere un sostegno per le imprese in amministrazione straordinaria, “per garantire e potenziare” la produttività oggi a quota due milioni di tonnellate.
Si ricorda che dalla vendita del gruppo i commissari hanno valutato che si possano ricavare circa 1,5 miliardi. Inoltre, il piano industriale varato in estate prevede 1,8 miliardi di investimenti: un miliardo per il ripristino degli impianti, e altri 680 milioni per lo sviluppo tecnologico. In particolare, secondo la relazione di 61 pagine dei commissari dell’Ex Ilva gli interventi necessari al ripristino della piena operatività degli impianti esistenti ammonterebbero a 900 milioni di euro, e “consentiranno di raggiungere a partire da fine 2025 una capacità produttiva annuale di crude steel di circa 6 milioni di tonnellate, allineata a quanto necessario a garantire il break-even della società”. L’investimento per l’introduzione di tecnologie produttive a minore impatto emissivo da avviare nel 2025 è stimato a 680 milioni di euro “per l’installazione di capacità produttiva da forno elettrico per circa 4 milioni di tonnellate di crude steel, ad integrazione e parziale sostituzione della produzione da altoforno”.
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