Il 2024 anno difficile per la montagna, i ghiacciai si sciolgono sempre di più
“Il 2024 è stato un anno difficile e dal segno meno per le Alpi, i ghiacciai alpini e la biodiversità“. Lo dice Legambiente che ha presentato all’università degli studi di Milano Bicocca il rapporto finale di ‘Carovana dei ghiacciai’ (la campagna dell’associazione in collaborazione con il Comitato glaciologico italiano e Cipra Italia). “I giganti bianchi – rileva Legambiente – sono sempre più sottili e in forte arretramento a causa della crisi climatica e delle temperature record di questa estate che hanno annullato i benefici delle nevicate tardive della scorsa primavera”. Il più colpito quest’anno è stato l’Adamello: il più grande d’Italia che ha avuto una perdita di spessore nel settore frontale di 3 metri ed effetti della fusione fino a 3.100 metri di quota. Sono stati 146 gli eventi meteo estremi sull’arco alpino nel 2024. La Lombardia è la regione più colpita. Tra le specie più a rischio, camosci, pernice, ermellino e lepre bianca, ma anche ranucolo dei ghiacciai. Tutto per colpa della crisi climatica e della fusione dei ghiacciai. Anche Greenpeace Italia ha portato avanti una collaborazione con il Comitato glaciologico italiano sul ghiacciaio del Lys, uno dei più importanti della Valle d’Aosta; ghiacciaio che continua “a ritirarsi a ritmi allarmanti” tanto che ”nel 2024 ha registrato una riduzione del 33% della sua superficie, con un arretramento di 3,4 chilometri, rispetto al 1860”. Greenpeace Italia ha effettuato una spedizione sul massiccio montuoso del Monte Rosa per documentare gli effetti del riscaldamento globale e delle attività antropiche su uno degli ultimi giganti di ghiaccio dell’arco alpino. La spedizione di Greenpeace Italia ha permesso di fotografare il ghiacciaio del Lys da diverse angolazioni e di documentare ”l’estremo assottigliamento delle due caratteristiche lingue glaciali che oramai non sono più a contatto”. Il rapporto pubblicato oggi mostra ”anche il dissesto di alcune aree rocciose, dovuto al continuo abbassamento della superficie glaciale, ed evidenzia la costante riduzione della copertura nevosa”. Il quadro evolutivo in questi 200 anni del ghiacciaio del Lys è ”preoccupante: tra il 1925 e il 2008 è scomparsa completamente la parte meridionale della lingua del ghiacciaio, che misurava fino a 90 metri di spessore”. In totale, ”si stima che siano andati perduti 145 milioni di metri cubi di ghiaccio, equivalenti a circa 130 miliardi di litri d’acqua: una quantità più che doppia rispetto all’acqua immessa annualmente nelle reti idriche di Piemonte e Valle d’Aosta”. L’iniziativa si inserisce nel progetto ‘Fino all’ultima goccia’ di Greenpeace Italia per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’emergenza climatica. Nel corso della spedizione sul ghiacciaio del Lys sono stati prelevati campioni per analizzare ”la presenza di Pfas (sostanze poli- e per-fluoroalchiliche) e fitofarmaci”, per ”indagare l’impatto dell’inquinamento e dell’agricoltura intensiva anche in alta quota”.
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