Il capo delle Forze curde: 'Parteciperemo alla costruzione del nuovo esercito siriano'
Le Forze democratiche siriane (Fds, formazione paramilitare curda) “parteciperanno al processo di costruzione del nuovo esercito siriano e ne faranno parte”. Lo ha annunciato il comandante delle Fds, Mazloum Abdi, in un’intervista esclusiva all’emittente emiratina “Sky News Arabia”, sottolineando la sua intesa con la nuova amministrazione siriana di Ahmad al Sharaa (noto come Abu Mohammad al Jolani) su questioni fondamentali relative al futuro della Siria. “Siamo d’accordo sull’unità del territorio siriano, ma come sapete, ci sono molti dettagli pratici per i quali i siriani stanno aspettando di trovare una soluzione”, ha affermato, riferendosi alla Conferenza nazionale attualmente in preparazione in Siria. Al riguardo, Abdi ha rivelato di non aver ancora ricevuto l’invito. “Non siamo ancora stati invitati, ma il nostro punto di vista su questo tema è che i rappresentanti di tutte le componenti, regioni e forze siriane devono partecipare alla preparazione di questa conferenza. Senza questo, non credo che questa Conferenza avrà successo”, ha detto.
Abdi ha parlato anche dei combattimenti e degli scontri attorno a Kobane e Manbij, in corso da oltre un mese, in seguito alla caduta del regime di Bashar al Assad, nonché della diga di Tishrin, per la quale l’amministrazione autonoma del nord-est della Siria ha fatto appello alla comunità internazionale per intervenire e fermare gli attacchi turchi nelle vicinanze. “Le nostre forze sono ancora impegnate nella tregua, ma siamo obbligati a difenderci dai continui attacchi delle fazioni armate fedeli alla Turchia sull’asse della diga di Tishrin, oltre che da tutti gli attacchi da parte dei caccia e dei droni turchi”, ha affermato il comandante delle Fds.
Nel corso dell’intervista, Abdi ha sottolineato “che tutte le forze coinvolte nel dossier siriano, compresa la nuova amministrazione di Damasco, devono intervenire e costringere queste fazioni a cessare gli attacchi alla diga di Tishrin e ad adoperarsi per un cessate il fuoco globale nel Paese”. Abdi ha anche commentato una proposta per trasformare Kobane in una zona demilitarizzata, affermando: “L’abbiamo presentata per rispondere alle preoccupazioni della Turchia in merito alla sua sicurezza nazionale. La nostra proposta è ancora valida e non abbiamo ancora ricevuto una risposta negativa. Spero che si raggiunga un accordo perché sarà vantaggioso per tutta la Siria”.
Dalla caduta del regime di Assad, sono continuati gli scontri tra le forze curde e le fazioni siriane filo-turche nel nord della Siria. Le Forze democratiche siriane hanno ancora il controllo di vaste aree della Siria nord-orientale e parte del governatorato di Deir ez Zor (nell’est), in particolare la riva orientale dell’Eufrate. Queste aree sono soggette all’auto-amministrazione istituita dai curdi all’inizio del conflitto in Siria nel 2011, dopo il ritiro delle forze governative da gran parte di esse. Per quanto riguarda la sua visione delle relazioni con la Turchia nella prossima fase, Abdi ha affermato: “Voglio sottolineare che stiamo ancora lavorando per raggiungere la de-escalation con la Turchia e risolvere i problemi tra noi attraverso la negoziazione, ma per raggiungere questo obiettivo, Ankara deve abbandonare la sua politica di spingere i suoi gruppi armati ad attaccare le nostre forze in queste aree”. “La Turchia può, se lo desidera, svolgere un lavoro costruttivo e positivo nell’intero processo politico attualmente in corso in Siria, ma senza escludere nessuna parte, compresi i rappresentanti delle componenti e delle forze politiche della Siria nord-orientale”, ha concluso.
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