Il Giappone va alla conquista della Luna
Puntuale, alle 8:42 del mattino (01:42 ora italiana), il razzo giapponese H-IIA si è alzato dal centro spaziale di Tanegashima, per superare l'orbita terrestre e portare a termine due obiettivi molto diversi.
La prima missione, in ordine di tempo, è avvenuta appena 13 minuti dopo il lancio: la messa in orbita del satellite astronomico Xrism (X-Ray Imaging and Spectroscopy Mission), un telescopio a raggi X destinato a osservare la cosmologia del plasma nelle stelle e nelle galassie in collaborazione con la statunitense Nasa e con l'ESA, l'Agenzia spaziale europea. Si spera così di avere più dati sull'origine stessa del nostro universo.
L'altra missione, ancor più affascinate, è affidata al modulo lunare SLIM (Smart Lander for Investigating Moon) dell'agenzia spaziale nipponica: una sonda “leggera” che nel giro di tre o quattro mesi entrerà nell'orbita della Luna per poi scendere sulla superficie del nostro satellite entro l'arco di sei mesi. Se tutto andrà come previsto, la sonda toccherà il suolo accanto al cratere Shioli, vicino all'equatore lunare, e il Giappone diventerà il quinto Paese, dopo l'ex Unione Sovietica, gli Stati Uniti, la Cina e l'India, a far atterrare un suo veicolo sulla Luna.
Proprio lo scorso 23 agosto, l'India è riuscita a raggiungere la superficie lunare con il suo Chandrayaan-3, che ha toccato la Luna al polo sud. Per il Giappone si tratta della prima operazione di questo genere dopo i due fallimenti, la primavera scorsa, del prototipo H3 sviluppato da aziende private. Pochi giorni prima, un tentativo di allunaggio russo è abortito al momento della discesa sulla superficie lunare.
I dati raccolti dalla sonda giapponese, che sfrutta una tecnologia di atterraggio più precisa delle precedenti, saranno utilizzati nell'ambito del progetto Artemis, guidato dagli Stati Uniti, che ha lo scopo ultimo di riportare gli esseri umani sulla luna entro il 2025 e di forzare così le nuove frontiere dell'esplorazione spaziale.
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