Il presidente argentino, Javier Milei, ha confermato l'intenzione del suo governo di 'dollarizzare' l'economia
Il presidente argentino, Javier Milei, ha confermato l'intenzione del suo governo di 'dollarizzare' l'economia, dopo la diffusione dei dati sull'inflazione - che a gennaio ha subito un aumento del 20,6% - e le critiche dell'ex presidente, Cristina Kirchner. Per quanto non le piaccia, l'inflazione è un fenomeno monetario", ha detto il capo dello Stato la notte scorsa in un'intervista a LN+. Per Milei, il dato sull'inflazione "sembra una cifra orribile", ma - ha aggiunto - "dobbiamo guardare dove eravamo, qual è la tendenza e l'eredità che abbiamo ricevuto". Ha poi sottolineato che l'inflazione si è ridotta rispetto a dicembre e che l'obiettivo di evitare l'iperinflazione è stato raggiunto. Il leader ultraliberista ha quindi confermato che la ricetta della 'dollarizzazione' andrà avanti. "Oggi abbiamo una base monetaria di circa 8 miliardi di dollari e abbiamo acquistato riserve per 7 miliardi. Abbiamo coperto l'87% della base. Siamo riusciti a sgonfiare passività e attività, ma soprattutto abbiamo ripulito il debito degli importatori", ha sottolineato Milei, ribadendo che l'idea della dollarizzazione "c'è, ma ci vuole tempo".
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