In un libro la storia di Vittoria Nenni deportata ad Auschwitz

Giu 27, 2023 - 06:24
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In un libro la storia di Vittoria Nenni deportata ad Auschwitz

"Dite a mio padre che ho avuto coraggio fino all'ultimo e che non rimpiango nulla". Con queste parole Vittoria Nenni, terzogenita del leader socialista, si congedò da questa terra, il 15 luglio 1943. All'inizio di quell'anno il numero 31.635 marchiato sul braccio di Vivà, come la chiamano i familiari, è già una condanna a morte, ma lei affronta i sei mesi di detenzione nel campo di sterminio di Auschwitz con una determinazione che a leggerla oggi pare possibile solo negli eroi della mitologia.

La sua storia, tragica e piena di coraggio, viene raccontata da Antonio Tedesco, nel libro "Vittoria Nenni, n. 31635 di Auschwitz" (Arcadia edizioni), che esce a ottant'anni dalla morte di Vivà e che viene presentato a Roma, martedì 27 giugno, alle ore 16, presso il Centro Convegni “Bruno Buozzi” in via Lucullo 6. Un volume emozionante, che racconta con particolari inediti la vita coraggiosa di Vivà, nel contesto della resistenza italiana, francese e degli orrori dell'Olocausto.

Vittoria era nata ad Ancona, il 31 ottobre 1915, mentre Nenni si trovava a combattere al fronte in piena prima guerra mondiale. Sua figlia si chiama Vittoria, proprio come auspicio al successo delle truppe italiane e degli alleati contro Germania e Austria. A 11 anni ha il suo primo incontro diretto con il fascismo.

Mentre rientra a casa, trova una squadra di camicie nere che stanno distruggendo l'appartamento. Uno la prende per un braccio e minaccia di far fare al padre la fine di Matteotti. La paura è tanta e, dopo quell'episodio, Pietro Nenni decide di prendere la via dell'esilio. La moglie e le figlie lo raggiungeranno a Parigi quasi un anno dopo, beffando la sorveglianza del regime.

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Giò Barbera Giornalista iscritto all’elenco dei “Professionisti” dal 2003. Iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Liguria dal 1991 come pubblicista fino al 2003 quando ha superato l’esame a Roma per passare ai professionisti. Il suo primo pezzo, da album dei ricordi, l’aveva scritto sul ‘Corriere Mercantile’ (con l’edizione La Gazzetta del Lunedì) nel novembre del 1988. Fondato nel 1824, fu una delle più longeve testate italiane essendo rimasto in attività fino al luglio del 2015. Ha collaborato per 16 anni con l’agenzia Ansa, ma anche con Agi, Adnkronos, è stato corrispondente della Voce della Russia di Radio Mosca, quindi ha lavorato con La Repubblica, La Padania, Il Giornale, Il Secolo XIX, La Prealpina, La Stampa e per diverse emittenti radiofoniche come Radio Riviera 3, Radio Liguria International, Radio Babboleo, Lattemiele, Onda Ligure. E' direttore del portale areamediapress.com e di Radiocom.tv