Israele sarebbe disposto a sospendere i combattimenti a Gaza
Israele sarebbe disposto a sospendere i combattimenti a Gaza nell'ottica di un accordo parziale che preveda la restituzione di alcuni degli ostaggi detenuti e che la fase intensiva della guerra contro Hamas nella Striscia cominciata il 7 ottobre sta "per finire". Lo ha affermato Benjamin Netanyahu all'emittente israeliana a lui vicina Channel 14 in un'intervista da considerarsi rara - la seconda dall'inizio della guerra 8 mesi fa - che avviene in un momento delicatissimo per il conflitto e che perciò ha suscitato molto interesse. Tra gli applausi dello studio il premier ha ribadito per l'ennesima volta che però la guerra non finirà finché Hamas continuerà ad avere il controllo della Striscia. Tuttavia - fanno notare i media israeliani - le parole del leader del Likud capo del governo di unità nazionale sembrano “contraddire i termini dell'ultima proposta israeliana di cessate il fuoco e di accordo sugli ostaggi, di cui alcuni dettagli sono stati presentati dal Presidente degli Stati Uniti Joe Biden a fine maggio. Un piano in tre fasi che, secondo quanto riferito, prevede nella prima fase un cessate il fuoco temporaneo da estendere in una "calma sostenibile - cessazione delle operazioni militari e delle ostilità in modo graduale e permanente - nella seconda fase”. Scrive il Times of Israel. Dopo la proposta statunitense Netanyahu aveva anche affermato che nel futuro di Gaza avrebbe previsto un governo civile senza l'Anp e con i Paesi arabi a fare da sponsor in merito alla gestione degli aiuti umanitari. Cosa che non è stata particolarmente gradita dagli interessati. In queste ore è Yoav Gallant a fare da mediatore con gli Usa. Il ministro alla difesa israeliano è a Wasinghton per diversi colloqui con i vertici dell'amministrazione Biden: vedrà il Segretario di Stato Antony Blinken, il direttore della Cia William Burns e l’inviato speciale Usa per la Striscia Amos Hochstein.
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