La Casa Bianca ribadisce che nessun materiale classificato è stato condiviso nella chat sull’app Signal

Mar 26, 2025 - 04:44
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La Casa Bianca ribadisce che nessun materiale classificato è stato condiviso nella chat sull’app Signal

Nessun materiale classificato sugli attacchi in Yemen è stato accidentalmente condiviso nella chat sull’app di messagistica Signal in cui era inserito il direttore della rivista “The Atlantic” Jeffrey Goldberg. Lo ha ribadito oggi la Casa Bianca attraverso un post su X della sua portavoce, Karoline Leavitt.

“Goldberg – ha attaccato Leavitt – è ben noto per la sua retorica sensazionalista. I fatti sul suo ultimo articolo sono i seguenti: nessun ‘piano di guerra’ è stato discusso; nessun materiale classificato è stato inviato alla chat; l’ufficio legale della Casa Bianca ha fornito linee guida su diverse piattaforme per gli alti funzionari dell’amministrazione perché comunichino nella maniera più sicura ed efficiente possibile. Come dichiarato dal Consiglio per la sicurezza nazionale, la Casa Bianca sta cercando di capire come il numero di Goldberg sia stato inavvertitamente aggiunto alla chat”, ha scritto la portavoce. Leavitt ha anche ribadito che gli attacchi al gruppo yemenita Houthi sono stati “efficaci”: “sono stati uccisi terroristi e questo è quel che interessa di più al presidente (Donald) Trump”.

Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha difeso il suo consigliere per la sicurezza nazionale, Michael Waltz. In un’intervista telefonica rilasciata all’emittente “Nbc” oggi, 25 marzo, Trump ha definito l’incidente un “problema tecnico”. “Michael Waltz ha imparato la lezione – ha aggiunto il capo della Casa Bianca – ed è un uomo perbene”. Si tratta del primo commento di Trump dopo la pubblicazione dell’articolo della rivista “The Atlantic”, che ha rivelato come il giornalista Jeffrey Goldberg sia stato inavvertitamente aggiunto a una chat di gruppo su Signal nella quale venivano discusse operazioni militari in Yemen. Trump ha minimizzato l’episodio, affermando che la presenza di Goldberg nella chat non ha avuto “alcun impatto” sulle operazioni militari. “Uno dei collaboratori di Michael aveva il suo numero in rubrica, ed è stato aggiunto per errore”, ha spiegato il presidente. Trump ha ribadito la fiducia nel suo staff, sottolineando di non essere preoccupato per quanto accaduto. “Si tratta dell’unico problema in due mesi, e si è rivelato non essere grave”, ha aggiunto. Nelle scorse ore, citando fonti della Casa Bianca, “Politico” aveva riferito di un dibattito interno all’amministrazione Trump sull’ipotesi di un licenziamento di Waltz.

Intanto il senatore Mark Warner, il massimo esponente del Partito democratico nella commissione Intelligence del Senato degli Stati Uniti, ha chiesto le dimissioni del consigliere per la sicurezza nazionale, Mike Waltz, e il segretario alla Difesa, Pete Hegseth. Warner ha accusato in particolare Waltz e Hegseth di non aver rispettato le procedure di sicurezza, e ha sottolineato che le informazioni classificate non dovrebbero mai essere discusse su sistemi non protetti. “I nostri avversari, Cina e Russia, cercano continuamente di violare i sistemi crittografati”, ha aggiunto, criticando l’uso di Signal per conversazioni così sensibili. Nel suo intervento, Warner ha denunciato “un comportamento approssimativo, negligente e incompetente” nella gestione delle informazioni riservate da parte dell’amministrazione Trump, sostenendo che questo episodio non è un caso isolato. “L’erosione della fiducia all’interno della comunità d’intelligence e tra gli alleati non si può riparare dall’oggi al domani”, ha detto. Su X, il senatore ha chiesto pubblicamente le dimissioni di Waltz e Hegseth: “Quando la posta in gioco è così alta, l’incompetenza non è un’opzione. Pete Hegseth dovrebbe dimettersi. Mike Waltz dovrebbe dimettersi”, ha scritto.

Ieri anche il segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Pete Hegseth, ha negato che i piani dettagliati dei recenti attacchi Usa contro le milizie yemenite Houthi siano stati pubblicati anticipatamente sulla chat. “Nessuno ha inviato piani di guerra via messaggio”, ha commentato il capo del Pentagono, negando quanto sostenuto dal giornalista, che ieri ha pubblicato parte dei contenuti della chat che includeva Hegseth, il consigliere per la Sicurezza nazionale della Casa Bianca Mike Waltz e da altri funzionari dell’amministrazione Trump. Il giornalista ha sostenuto che i piani dettagliati degli attacchi sferrati nei giorni scorsi contro gli Houthi gli siano stati erroneamente trasmessi tramite la medesima chat. “Nessuno stava inviando piani di guerra via messaggio, e non ho altro da dire al riguardo,” ha affermato Hegseth al suo arrivo alle Hawaii, alla richiesta di commentare quanto accaduto.

Hegseth ha anche attaccato personalmente Goldberg, definendolo “un cosiddetto giornalista ingannevole e altamente screditato, che ha fatto della diffusione di bufale una professione”. Nel suo resoconto della vicenda, pubblicato su “The Atlantic”, Goldberg ha riferito di aver inizialmente dubitato dell’autenticità del gruppo su Signal in cui era stato invitato erroneamente da Waltz, ritenendo improbabile che i vertici della sicurezza nazionale degli Stati Uniti potessero discutere di piani di guerra imminenti tramite una comune applicazione di messaggistica. L’esistenza della chat è stata confermata dal portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale, Brian Hughes. “Sembra trattarsi di una conversazione autentica, e stiamo verificando come un numero sia stato aggiunto inavvertitamente alla chat,” ha dichiarato Hughes. “Il contenuto della conversazione dimostra il profondo e attento coordinamento politico tra alti funzionari. Il continuo successo dell’operazione contro gli Houthi dimostra che non vi sono state minacce per le truppe o per la sicurezza nazionale”, ha aggiunto il portavoce.

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Giò Barbera Giornalista iscritto all’elenco dei “Professionisti” dal 2003. Iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Liguria dal 1991 come pubblicista fino al 2003 quando ha superato l’esame a Roma per passare ai professionisti. Il suo primo pezzo, da album dei ricordi, l’aveva scritto sul ‘Corriere Mercantile’ (con l’edizione La Gazzetta del Lunedì) nel novembre del 1988. Fondato nel 1824, fu una delle più longeve testate italiane essendo rimasto in attività fino al luglio del 2015. Ha collaborato per 16 anni con l’agenzia Ansa, ma anche con Agi, Adnkronos, è stato corrispondente della Voce della Russia di Radio Mosca, quindi ha lavorato con La Repubblica, La Padania, Il Giornale, Il Secolo XIX, La Prealpina, La Stampa e per diverse emittenti radiofoniche come Radio Riviera 3, Radio Liguria International, Radio Babboleo, Lattemiele, Onda Ligure. E' direttore del portale areamediapress.com e di Radiocom.tv