L’accusa della scienziata: 'Troppa cementicazione. Così la natura si scatena'

Nov 2, 2024 - 06:57
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L’accusa della scienziata: 'Troppa cementicazione. Così la natura si scatena'

Ce la farà la piana di Valencia a tornare quella di prima? E quanto tempo ci vorrà? “Per far sì che quel territorio rinasca, come prima cosa è necessaria la volontà politica”. La dottoressa Cristina Di Salvo è una idrogeologa, ricercatrice presso l’Istituto di Geologia ambientale e Geoingegneria del Consiglio nazionale delle ricerche e impegnata in prima fila nello studio del territorio e del suo impatto con le acque. Con lei affrontiamo il dopo della tragedia nella penisola iberica e non solo, anche la situazione italiana.

Prima e dopo: un’immagine satellitare mostra come si è trasformata la provincia di Valencia con il passaggio di Dana

Come e perché è accaduta la tragedia di Valencia?

“Quando c’è un fenomeno come questo bisogna analizzare varie cose, per esempio quanta pioggia è caduta e in quanto tempo e se ci sono precedenti che potevano fare prevedere l’evento: a Valencia nell’ottobre 1957 una catastrofe naturale provocò centinaia di morti a causa della ‘gota fria’ e dell’esondazione del Turia. Quindi qualcosa bisognava fare per evitare, seppure a distanza di anni, il suo ripetersi”.

Che cosa non è stato fatto allora?

“Io sono stata a fare ricerche a Valencia proprio poco tempo fa e ho potuto verificare la condizione del Turia la cui canalizzazione è stata selvaggia. Purtroppo sempre più spesso assistiamo a interventi dell’uomo nelle piane alluvionali e nelle aree golenali che impediscono al corso dei fiumi di espandersi e invadere zone sicure creando disastri”.

Quindi cosa dobbiamo evitare?

“Se vogliamo continuare a finanziare ricostruzioni ci troveremo sempre di più alle prese con questi problemi. L’uomo edificando senza freno ha reso vulnerabili le aree costiere e ogni zona che poteva diventare alluvionale e salvare la popolazione. I fiumi escono dagli argini e sommergono abitazioni e opifici che non dovrebbero essere lì, è accaduto a Valencia e anche da noi”.

Come si risolve la situazione? “Dando retta a quello che tecnici e scienziati dicono da tempo e che l’acclarato cambiamento climatico ha reso ancora più urgente: spostare case e attività produttive dalle pianure che sono soggette a eventi del genere”.

Una decisione da prendere che è molto coraggiosa…

“Ed è impopolare e non porta voti, ma è la più necessaria in questi momenti. Valencia ha pagato a meno di 60 anni colpe accumulate dopo quel disastro, soprattutto nella gestione del fiume Turia e del territorio in cui scorre. E da noi non va meglio”. A che cosa si riferisce?

“All’Emilia Romagna dove gravi eventi ravvicinati hanno messo a nudo tutti i problemi di un territorio che produce sì un importante Pil a livello nazionale, ma che è fragile e che deve pensare a una nuova sistemazione umana e delle attività produttive”.

La natura sembra essere molto arrabbiata con l’uomo…

“La natura è cambiata e l’ha cambiata l’uomo, questo noi scienziati lo diciamo da tempo: le emissioni di CO2 nell’atmosfera e il riscaldamento dei mari provocano fenomeni che una volta erano rari e ora più frequenti e fragorosi. La politica se ne renda definitivamente conto”.

Dove c’è acqua c’è pericolo? “Se non la mettiamo a regime sì. Che sia corso di un fiume o il suo delta o una zona costiera il cemento attorno non ci deve essere”.

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Giò Barbera Giornalista iscritto all’elenco dei “Professionisti” dal 2003. Iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Liguria dal 1991 come pubblicista fino al 2003 quando ha superato l’esame a Roma per passare ai professionisti. Il suo primo pezzo, da album dei ricordi, l’aveva scritto sul ‘Corriere Mercantile’ (con l’edizione La Gazzetta del Lunedì) nel novembre del 1988. Fondato nel 1824, fu una delle più longeve testate italiane essendo rimasto in attività fino al luglio del 2015. Ha collaborato per 16 anni con l’agenzia Ansa, ma anche con Agi, Adnkronos, è stato corrispondente della Voce della Russia di Radio Mosca, quindi ha lavorato con La Repubblica, La Padania, Il Giornale, Il Secolo XIX, La Prealpina, La Stampa e per diverse emittenti radiofoniche come Radio Riviera 3, Radio Liguria International, Radio Babboleo, Lattemiele, Onda Ligure. E' direttore del portale areamediapress.com e di Radiocom.tv