Lavoro, parità di genere, giovani: l’Italia è un Paese malato

Nov 2, 2024 - 06:56
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Lavoro, parità di genere, giovani: l’Italia è un Paese malato

Un quadro complesso che mette in evidenza le gravi criticità economiche e sociali del Paese. È quanto emerge dal Rendiconto sociale appena presentato dal Civ, il Consiglio di indirizzo e vigilanza dell’Inps. La conferma, fanno sapere in Cgil, della “necessità di un cambio di rotta che metta al centro il lavoro, la parità e la sostenibilità, come basi di una visione più equa e inclusiva”.

Precarietà e lavoro povero in aumento

Sono numeri che parlano da soli, quelli che emergono dal Rendiconto. Nel 2023 il numero degli occupati è aumentato di oltre 500.000 unità, ma il dato allarmante è il forte incremento dei contratti a termine, con 135 mila nuovi rapporti di lavoro precari. A questa condizione non si può non associare il dato degli oltre 4 milioni di part time involontari che alimentano un mercato del lavoro precario e povero.

Questa crescita della precarietà si traduce in insicurezza economica per milioni di lavoratori, in particolare giovani e donne, il cui tasso di occupazione rimane tra i più bassi d’Europa. La Cgil, commentando il rapporto, “richiama la necessità di un intervento deciso per ridurre l’uso di contratti precari e per promuovere l’occupazione stabile, soprattutto a beneficio delle nuove generazioni”.

Molto indicativo anche il fatto che le richieste di Naspi (l’indennità mensile di disoccupazione rivolta ai lavoratori con rapporto di lavoro subordinato che hanno perduto involontariamente l'occupazione) sono aumentate, passando da 3.145.632 a 3.246.384. Un chiaro segnale delle difficoltà persistenti nel mercato del lavoro. Parallelamente, anche le ore di Cassa integrazione guadagni ordinaria sono cresciute, con i lavoratori beneficiari passati da 525.018 nel 2022 a 583.129 nel 2023.

Il ruolo degli immigrati

Gli immigrati rappresentano già oggi una componente fondamentale del sistema contributivo e fiscale italiano, costituendo il 25% delle nuove assunzioni. Il loro contributo sarà sempre più essenziale per il futuro, specialmente in un contesto di forte calo demografico che minaccia non solo il mercato del lavoro, ma anche la sostenibilità dell’intero sistema previdenziale. La Cgil ribadisce dunque “l’urgenza di politiche migratorie regolari e inclusive, che proteggano questi lavoratori da sfruttamento e precarizzazione, riconoscendo l'importanza di una forza lavoro immigrata stabile e tutelata”.

Una condizione, prosegue il commento “che è possibile raggiungere con una riforma strutturale del sistema dei flussi per lavoro e cancellando la legge Bossi-Fini e i decreti securitari che sono stati adottati in questi ultimi due anni”.

Donne penalizzate

Il Rendiconto evidenzia anche un divario retributivo di genere persistente e intollerabile: gli uomini percepiscono in media 643 euro settimanali rispetto ai 501 euro delle donne, con un divario che aumenta nel settore privato e nelle professioni a bassa qualificazione.

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Giò Barbera Giornalista iscritto all’elenco dei “Professionisti” dal 2003. Iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Liguria dal 1991 come pubblicista fino al 2003 quando ha superato l’esame a Roma per passare ai professionisti. Il suo primo pezzo, da album dei ricordi, l’aveva scritto sul ‘Corriere Mercantile’ (con l’edizione La Gazzetta del Lunedì) nel novembre del 1988. Fondato nel 1824, fu una delle più longeve testate italiane essendo rimasto in attività fino al luglio del 2015. Ha collaborato per 16 anni con l’agenzia Ansa, ma anche con Agi, Adnkronos, è stato corrispondente della Voce della Russia di Radio Mosca, quindi ha lavorato con La Repubblica, La Padania, Il Giornale, Il Secolo XIX, La Prealpina, La Stampa e per diverse emittenti radiofoniche come Radio Riviera 3, Radio Liguria International, Radio Babboleo, Lattemiele, Onda Ligure. E' direttore del portale areamediapress.com e di Radiocom.tv