L'Egitto torna alla carica per chiedere la restituzione della Stele di Rosetta
L'Egitto torna alla carica per chiedere la restituzione della Stele di Rosetta, l'inestimabile reperto risalente al 196 d.C. e scoperto casualmente nel 1799, che riporta un'iscrizione tradotta in tre grafie, geroglifici, demotico e greco antico e che ha permesso di decifrare gli scritti più antichi del mondo allora conosciuto. Attualmente si trova al British Museum e a più riprese Il Cairo ne ha chiesto invano la restituzione. Ad annunciarlo è stato il più famoso egittologo vivente, l'egiziano Zahi Hawass, presentando la nascita di una fondazione che porta il suo nome impegnata nella conservazione del patrimonio archeologico. Durante una conferenza tenuta al Cairo alla presenza di numerosi ambasciatori e del capo della delegazione europea al Cairo, Christian Berger, Hawass ha detto che una petizione per il recupero della Stele ha già ottenuto 300mila firme, con l'obiettivo di arrivare a un milione. All'incontro hanno partecipato importanti personalità della cultura egiziana, l'ex ministro del Turismo e delle Antichità, Khaled El Anani, candidato egiziano alla carica di Direttore Generale dell'Unesco e vari ambasciatori, oltre al capo della delegazione dell'Unione Europea al Cairo Christian Berger. Hawass, egli stesso ex ministro delle Antichità, ha spiegato che la nuova Fondazione è un'organizzazione senza scopo di lucro destinata soprattutto a far convergere risorse finanziarie sul recupero e la conservazione del patrimonio culturale egiziano, tuttora in gran parte da scoprire e in parte da recuperare. "Non interverremo nel lavoro quotidiano nel settore dell'antiquariato - ha detto l'egittologo, ma collaboreremo con numerose istituzioni. Aiuteremo il Consiglio Supremo delle Antichità, insegneremo i geroglifici nelle scuole. È importante valorizzare e diffondere in Egitto la storia faraonica, e sarà l'unico periodo storico di cui la Fondazione si occuperà in vario modo". Saranno tra l'altro organizzati gite per i bambini ai siti archeologici e un programma per gli studenti universitari. La Fondazione - ha aggiunto - accetterà donazioni dall'estero, facendo affidamento anche su risorse nazionali e istituirà borse di studio per archeologi.
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