L’esercito degli Stati Uniti ha ripreso le operazioni in Niger
L’esercito degli Stati Uniti ha ripreso le operazioni in Niger, più di un mese dopo che il colpo di Stato del 26 luglio aveva costretto a terra droni ed altri aerei in sua dotazione. La ripresa delle operazioni, ha detto ai giornalisti il comandante delle forze aeree degli Stati Uniti in Europa, generale James Hecker, è stata autorizzata dalla giunta militare salita al potere ed è stata possibile dopo negoziati con i militari. Sono riprese in particolare alcune missioni di intelligence e sorveglianza operate con droni.
Dal colpo di stato di luglio che ha deposto il presidente Mohamed Bazoum, i circa 1.100 soldati statunitensi dispiegati in Niger sono stati confinati nelle loro basi militari. “Per un po’ non abbiamo svolto alcuna missione nelle basi, hanno praticamente chiuso gli aeroporti”, ha detto Hecker parlando a margien della convention annuale dell’Air and Space Forces Association. Il generale ha spiegato che i colloqui hanno permesso di far portare avanti “se non il 100 per cento” delle missioni precedentemente svolte dagli Usa in Niger, almeno “una grande quantità”. La scorsa settimana il Pentagono ha dichiarato che alcune forze statunitensi sono state spostate dalla base aerea 101 vicino alla capitale Niamey, ad un’altra base, l’aeroporto 201, ad Agadez.
Negli ultimi anni, gli Stati Uniti hanno reso il Niger un avamposto regionale primario per le loro pattuglie, posizionando nel Paese droni armati e coordinando da qui operazioni contro i gruppi jihadisti che hanno conquistato territorio nella regione. Secondo dati della Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale (Cedeao), nei primi sei mesi di quest’anno l’Africa occidentale ha registrato più di 1.800 attacchi armati, nei quali sono state uccise quasi 4.600 persone. La Francia, solida alleata del presidente deposto Bazoum, dispone di circa 1.500 soldati in Niger, la maggior parte dei quali sono stati qui trasferiti dal Mali ed in parte dal Burkina Faso dopo il ritiro richiesto dalle giunte militari salite al potere anche nei due Paesi vicini. Dal golpe, Parigi ha ribadito il suo sostegno a Bazoum e disconosciuto l’autorità dei militari guidati dal generale Omar Tchiani. Voci confermate dal ministero degli Esteri francese parlano di una prossima riduzione degli effettivi francesi in Niger, in particolare per quanto riguarda le risorse in droni e di intelligence aerea, con il probabile ritiro di parte degli effettivi militari.
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