Libano: cosa prevedono le risoluzioni 1701 e 1559 dell’Onu

Ott 25, 2024 - 02:25
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Libano: cosa prevedono le risoluzioni 1701 e 1559 dell’Onu

La risoluzione 1701 adottata all’unanimità dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite nel 2006 ha stabilito la cessazione delle ostilità tra Israele e Hezbollah dopo una guerra durata 34 giorni. Per circa vent’anni la misura ha permesso di mantenere una fragile calma tra il movimento sciita filo-iraniano e lo Stato ebraico, benché a volte sia stata interrotta da scontri e scambi di fuoco limitati alla zona di confine tra Libano e Israele. L’inviato degli Stati Uniti in Libano Amos Hochstein ha recentemente ribadito, durante la sua visita nel Paese lo scorso 21 ottobre, che la piena attuazione della 1701 costituisce la base per risolvere l’attuale conflitto tra la milizia islamista e l’esercito di Tel Aviv, trasformatosi in guerra aperta dopo mesi di scontri “a bassa intensità” scoppiati in seguito all’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023. La risoluzione, che stabilisce “la piena attuazione delle disposizioni pertinenti dell’Accordo di Taif”, che ha posto fine alla guerra civile in Libano (1975-1990), prevede il ritiro completo di Israele dal Libano e stabilisce che l’unica presenza militare permessa sul lato libanese del confine sia quella dell’esercito regolare di Beirut e della Forza di interposizione delle Nazioni Unite (Unifil), che conta circa 10 mila caschi blu. L’esercito libanese ha schierato circa 4.500 uomini a sud del fiume Litani, a circa 40 chilometri dal confine, mentre il primo ministro libanese Najib Miqati ha annunciato che il Paese è pronto ad aumentare il numero di militari (da 7.000 a 11.000) da dispiegare lungo il confine se verrà concordato un cessate il fuoco. L’Unifil ha il compito di monitorare l’attuazione della 1701 e di sorvegliare la Linea blu, la linea di demarcazione tra Israele e Libano che si estende per 120 chilometri e costituisce la frontiera de facto tra i due paesi da quando fu istituita nel 2000, sempre per volontà delle Nazioni Unite. Entrambe le parti sono tenute a rispettare la Linea blu e a informare l’Unifil prima di qualsiasi attività in prossimità, poiché “qualsiasi attraversamento della Linea blu da parte di una qualsiasi delle parti costituisce una violazione della risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza”, secondo le Nazioni Unite. Dopo il 2006 e l’adozione della risoluzione 1701, si sono registrati numerosi incidenti e tensioni tra Israele e Hezbollah. Nonostante la presenza dell’esercito libanese sul confine, Hezbollah ha mantenuto un’intensa presenza militare nella regione. Si tratta di una presenza parzialmente clandestina, che conta anche una vasta rete di tunnel, anche al di sotto della Linea blu. Nel 2020 le Nazioni Unite hanno chiesto al Libano l’accesso a questi passaggi sotterranei, ma non è stato possibile svolgere alcun controllo. Va notato che Hezbollah fa parte del governo libanese ed esercita un ruolo importante nel processo decisionale politico. Lo scorso 30 settembre le Forze di difesa di Israele (Idf) hanno lanciato un’operazione di terra all’interno del territorio libanese, entrando in diversi villaggi e città dall’altro lato del confine. Inoltre, l’Unifil ha riferito più volte di aver subito attacchi dalle Idf, che hanno colpito le sue postazioni “ripetutamente” e “deliberatamente”, oltre ad aver danneggiato le sue attrezzature, tra cui una torre di guardia e delle telecamere, ferendo membri del suo personale. In questo scenario, alcune figure politiche e osservatori hanno rilanciato l’importanza di un’altra risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite: la 1559, adottata nel 2004 per esortare lo Stato libanese a riprendere il controllo del proprio territorio disarmando le milizie armate e favorendo il ritiro delle forze straniere, nonché per sostenere un processo elettorale libero ed equo. A distanza di vent’anni, questa risoluzione appare ancora di attualità, considerando che oltre al conflitto in corso tra Hezbollah e Israele, il Libano soffre anche la mancanza di un presidente della Repubblica dal 2022.

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Giò Barbera Giornalista iscritto all’elenco dei “Professionisti” dal 2003. Iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Liguria dal 1991 come pubblicista fino al 2003 quando ha superato l’esame a Roma per passare ai professionisti. Il suo primo pezzo, da album dei ricordi, l’aveva scritto sul ‘Corriere Mercantile’ (con l’edizione La Gazzetta del Lunedì) nel novembre del 1988. Fondato nel 1824, fu una delle più longeve testate italiane essendo rimasto in attività fino al luglio del 2015. Ha collaborato per 16 anni con l’agenzia Ansa, ma anche con Agi, Adnkronos, è stato corrispondente della Voce della Russia di Radio Mosca, quindi ha lavorato con La Repubblica, La Padania, Il Giornale, Il Secolo XIX, La Prealpina, La Stampa e per diverse emittenti radiofoniche come Radio Riviera 3, Radio Liguria International, Radio Babboleo, Lattemiele, Onda Ligure. E' direttore del portale areamediapress.com e di Radiocom.tv