Libia: frode su cure mediche da 600 mila euro, fermato un ex funzionario dell’ambasciata in Vaticano
La Procura generale della Libia ha disposto la custodia cautelare di un ex responsabile finanziario della missione diplomatica libica presso la Santa Sede, accusato di reati corruttivi. Secondo una nota dell’Ufficio del procuratore generale, l’indagato avrebbe deliberatamente distratto circa 600 mila euro destinati alle cure mediche di feriti libici, senza documentazione attestante l’identità dei pazienti né autorizzazioni formali alle strutture sanitarie coinvolte. L’inchiesta ha inoltre accertato l’erogazione irregolare di ulteriori 50 mila euro per finalità diverse da quelle previste. Le autorità giudiziarie contestano all’ex funzionario una grave violazione dei doveri d’ufficio e hanno disposto la detenzione in attesa del completamento delle indagini.
Il caso si inserisce in un più ampio contesto di controlli rafforzati sulla gestione finanziaria delle missioni diplomatiche libiche all’estero. In passato, l’Ufficio di revisione contabile (Audit Bureau) ha annunciato sospensioni cautelari e accertamenti su funzionari di sedi diplomatiche, anche in Italia, per presunti abusi amministrativi legati a rimborsi e spese sanitarie. In quelle circostanze, i diretti interessati avevano respinto le accuse, parlando di contestazioni amministrative o di strumentalizzazioni politiche. Le indagini avvengono inoltre in una fase delicata per le rappresentanze libiche in Italia e in Vaticano, segnata da difficoltà operative e finanziarie. Come riferito in precedenza da “Agenzia Nova”, il recente blocco di conti correnti riconducibili all’ambasciata libica a Roma ha avuto ripercussioni sul pagamento di cure mediche, alloggi e programmi di formazione, alimentando il dibattito sulla trasparenza nella gestione dei fondi e sull’equilibrio tra tutela dei creditori e immunità funzionale delle sedi diplomatiche.
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