L’inverno demografico non è più solo una questione statistica: sta diventando un fattore capace di congelare interi settori produttivi

Dic 23, 2025 - 00:34
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L’inverno demografico non è più solo una questione statistica: sta diventando un fattore capace di congelare interi settori produttivi

L’inverno demografico non è più solo una questione statistica: sta diventando un fattore capace di congelare interi settori produttivi. Tra i comparti più colpiti c’è quello dei prodotti per l’infanzia, travolto da una crisi profonda che in dieci anni ha portato alla scomparsa di oltre 3.300 imprese. Un’emorragia che nel manifatturiero ha raggiunto punte drammatiche, con perdite superiori al 30%, e che ridisegna la mappa economica del Paese seguendo fedelmente il crollo delle nascite.

I numeri, elaborati da Infocamere e Unioncamere sulla base dei dati Movimprese e Inps, restituiscono l’immagine di un settore in forte contrazione. Al 31 dicembre 2024 risultavano attive 17.626 imprese legate all’economia dell’infanzia, il 15,7% in meno rispetto al 2014. Ma è nel cuore produttivo del comparto che la crisi si manifesta con maggiore violenza: le aziende specializzate nella produzione di giocattoli, carrozzine e passeggini si sono ridotte a poco più di mille unità, segnando un calo del 32,7% in dieci anni.

Il solo settore dei giocattoli racconta l’ampiezza del tracollo. Nel 2014 operavano in Italia oltre 3.100 imprese con più di 4.200 addetti; oggi ne restano appena un migliaio, con circa 1.500 lavoratori. Regioni storicamente centrali come la Lombardia e l’Emilia-Romagna hanno visto dimezzarsi, se non peggio, il numero delle aziende attive.

Ancora più critico il destino del comparto carrozzine e passeggini. Dalle 59 aziende censite dieci anni fa, con oltre mille occupati complessivi, si è scesi a 24 realtà che impiegano meno di 700 persone. Tra queste figurano marchi storici del made in Italy, oggi in affanno tra una domanda interna sempre più debole e la concorrenza cinese, diventata ancora più aggressiva dopo l’introduzione dei dazi americani. Nel complesso, gli occupati del settore sono scesi a 30.477 unità, con una flessione del 6,7% rispetto a dieci anni fa, che nel manifatturiero si amplia fino al 26,4%.

Alla base di questa crisi c’è una dinamica demografica impietosa. Al primo gennaio 2025 i potenziali consumatori tra 0 e 10 anni erano 4,84 milioni, contro i 6,05 milioni di dieci anni prima. In pratica, il mercato di riferimento si è ristretto di oltre 1,2 milioni di bambini, con un calo del 20%. Ancora più netto il crollo tra i neonati: gli under 1 sono diminuiti di oltre un quarto. Un vuoto che non pesa solo sulle culle, ma sull’intera economia che ruota attorno all’infanzia.

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Redazione Giornalista iscritto all’elenco dei “Professionisti” dal 2003. Iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Liguria dal 1991 come pubblicista fino al 2003 quando ha superato l’esame a Roma per passare ai professionisti. Il suo primo pezzo, da album dei ricordi, l’aveva scritto sul ‘Corriere Mercantile’ (con l’edizione La Gazzetta del Lunedì) nel novembre del 1988. Fondato nel 1824, fu una delle più longeve testate italiane essendo rimasto in attività fino al luglio del 2015. Ha collaborato per 16 anni con l’agenzia Ansa, ma anche con Agi, Adnkronos, è stato corrispondente della Voce della Russia di Radio Mosca, quindi ha lavorato con La Repubblica, La Padania, Il Giornale, Il Secolo XIX, La Prealpina, La Stampa e per diverse emittenti radiofoniche come Radio Riviera 3, Radio Liguria International, Radio Babboleo, Lattemiele, Onda Ligure. E' direttore di Radiocom.tv