L’Iran: 'Siamo aperti a negoziare con gli Usa in posizione di parità'

Il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, non ha escluso colloqui con Washington, ma ha affermato che potranno aver luogo solo se entrambi i Paesi saranno in posizione di parità. Lo ha dichiarato il capo della diplomazia iraniana citato dall’agenzia di stampa “Mehr”, all’indomani dell’incontro con il consigliere della presidenza emiratina, Anwar Gargash, che ha consegnato la lettera inviata dal presidente statunitense, Donald Trump, alle autorità iraniane. “Teheran non avvierà colloqui diretti con gli Stati Uniti a meno che Washington non garantisca colloqui liberi da minacce”, ha affermato Araghchi. Il capo della diplomazia iraniana ha ribadito la volontà di Teheran di negoziare secondo i principi di “onore, saggezza, convenienza”. Per quanto riguarda i colloqui con l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), Araghchi ha detto che è stata proposta una nuova idea per risolvere le divergenze. “I negoziati si stanno svolgendo indirettamente. È stato stabilito un canale con tre paesi europei. Stiamo collaborando con Grossi (il direttore generale dell’Aiea) e l’Aiea e c’è una nuova idea per risolvere i problemi su cui stiamo riflettendo”, ha affermato Araghchi.
Sul possibile riavvio del negoziato sul nucleare tra Iran e Stati Uniti ieri è intervenuto la guida suprema iraniana, ayatollah Ali Khamenei, per il quale l’invito di Washington a negoziare è un inganno per l’opinione pubblica mondiale. Khamenei ha ribadito che i colloqui fra Teheran e Washington non farebbero che peggiorare la posizione dell’Iran. La guida suprema ha motivato il rifiuto a negoziare con Trump perché durante il primo mandato gli Stati Uniti sono usciti unilateralmente dall’accordo sul nucleare del 2015. “Nelle negoziazioni, bisogna essere sicuri che l’altra parte rispetterà i propri impegni. Quando sappiamo che non manterrà la parola data, che senso ha?”, ha affermato Khamenei. Inoltre, la guida suprema dell’Iran ha messo in guardia gli Stati Uniti dal prendere in considerazione misure militari contro il Paese. Khamenei ha sottolineato che “l’Iran non cerca la guerra, ma se gli americani e i loro complici facessero qualsiasi cosa, la rappresaglia sarebbe dura e definitiva”. Secondo la guida suprema iraniana, “a perderci sarebbero proprio gli Stati Uniti” perché Teheran “sarebbe in grado di infliggere un duro colpo all’aggressore e certamente lo farebbe”.
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