L'Italia dovrà spendere il 2% del Pil in difesa, che vinca Biden o Trump

Mag 24, 2024 - 03:09
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L'Italia dovrà spendere il 2% del Pil in difesa, che vinca Biden o Trump

“Se non fermiamo Putin, Putin non si fermerà all’Ucraina. L’Italia e l’Europa devono avere chiaro che un successo di Mosca in questa guerra, comunque lo si voglia definire, avrebbe conseguenze catastrofiche per tutto l’Occidente, anche per i Paesi che oggi si sentono al sicuro. Se Kyiv dovesse soccombere, il Cremlino avrebbe via libera per puntare la Moldavia e la Georgia. La Cina, che copre le spalle a Mosca, avrebbe la conferma che l’Occidente non è in grado di difendere le democrazie. Sono appena stato in Estonia, e lì si stanno preparando a un attacco della Russia. Che sarà probabilmente ibrido, destinato alle infrastrutture critiche o ai sistemi cibernetici, non di invasione, ma sono convinti che arriverà”. Lo ha detto all’Adnkronos Paul McCarthy, direttore per l’Europa dell’International Republican Institute, organizzazione fondata in epoca Reagan vicina all’ala meno isolazionista del partito repubblicano. McCarthy analizza e visita l’Est Europa da oltre 20 anni. “Ho studiato storia russa e sovietica, e dobbiamo capire che Putin si sente alla guida di un impero, che vuole dominare quello che considera il suo giardino di casa. Se pensiamo alla prosperità a lungo termine dell’Europa, non possiamo lasciare che si realizzi questo piano di ritorno al passato, all’impero di Pietro il Grande (ah, a proposito, in Estonia nessuno lo chiama Pietro il Grande, ma solo Pietro II, per farvi capire come è percepita diversamente quella storia nei paesi baltici). Il ritardo degli aiuti all’Ucraina, sia europei che americani, ha fatto male alla situazione sul fronte. L’obiettivo russo è quello di attaccare il più possibile con tutte le armi possibili da qui alle elezioni americane. Mettere l’Ucraina nella posizione negoziale più svantaggiosa possibile. Invece noi dobbiamo fare esattamente il contrario, portare Putin in un angolo e portarlo al tavolo delle trattative più indebolito che mai”.

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Giò Barbera Giornalista iscritto all’elenco dei “Professionisti” dal 2003. Iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Liguria dal 1991 come pubblicista fino al 2003 quando ha superato l’esame a Roma per passare ai professionisti. Il suo primo pezzo, da album dei ricordi, l’aveva scritto sul ‘Corriere Mercantile’ (con l’edizione La Gazzetta del Lunedì) nel novembre del 1988. Fondato nel 1824, fu una delle più longeve testate italiane essendo rimasto in attività fino al luglio del 2015. Ha collaborato per 16 anni con l’agenzia Ansa, ma anche con Agi, Adnkronos, è stato corrispondente della Voce della Russia di Radio Mosca, quindi ha lavorato con La Repubblica, La Padania, Il Giornale, Il Secolo XIX, La Prealpina, La Stampa e per diverse emittenti radiofoniche come Radio Riviera 3, Radio Liguria International, Radio Babboleo, Lattemiele, Onda Ligure. E' direttore del portale areamediapress.com e di Radiocom.tv