L'Italia ha speso il 52% dei fondi del Pnrr
Circa il 92% dei progetti del Pnrr italiano al 31 dicembre 2024 risultava attivato, in fase di attivazione o in chiusura, con una spesa attestata a 63,9 miliardi di euro, pari a oltre il 52% delle risorse finora ricevute. Lo attesta la sesta relazione sullo stato di attuazione del piano, approvata oggi dalla Cabina di regia Pnrr di Palazzo Chigi. La prossima settimana il testo verrà trasmesso al Parlamento. Al contempo la Corte dei conti evidenzia che "il raggiungimento degli obiettivi qualitativi e quantitativi, stabiliti a livello nazionale e concordati a livello europeo, è in linea con le previsioni", mentre "permangono alcune criticità che richiedono attenzione costante e interventi mirati, soprattutto in vista della scadenza del piano fissata a giugno 2026". La relazione, rivendica la premier Giorgia Meloni, "conferma il primato europeo dell'Italia nella sua realizzazione, per numero di obiettivi conseguiti, per risorse complessive ricevute e per numero di richieste di pagamento formalizzate e incassate". Poi aggiunge: "Abbiamo ancora molto lavoro da fare, ma i risultati raggiunti finora ci rendono orgogliosi e ci spronano a fare sempre meglio". Mentre il ministro per gli Affari Ue Tommaso Foti sottolinea: "L'Italia confermerà il primato europeo nell'avanzamento del Piano, con 140 miliardi di euro ricevuti, corrispondenti al 72% della dotazione complessiva e, in termini di performance, con 337 obiettivi conseguiti, pari al 54% degli obiettivi totali programmati". Poi annuncia che sono stati stanziati "oltre 1 miliardo e 300 milioni di euro per la riqualificazione delle case popolari, a beneficio delle famiglie vulnerabili e a basso reddito". Di diverso avviso le opposizioni. "Il Pnrr è una straordinaria opportunità di futuro per l'Italia e fa male vedere come l'incompetenza del governo di Giorgia Meloni la stia sprecando, come conferma la relazione della Corte dei Conti", incalza la segretaria del Pd Elly Schlein. Che sottolinea: "I ritardi e le maggiori criticità sono proprio lì dove il Pnrr serve di più: welfare, sanità pubblica, istruzione". Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa Verde e deputato Avs, rileva: "Oltre 1000 progetti sono ancora bloccati alla fase di progettazione di fattibilità, con il concreto rischio che gli appalti non vengano aggiudicati entro giugno 2025 e che i lavori non siano completati entro il 2026". Indiscrezioni di stampa oggi parlano dell'ipotesi che il governo possa chiedere alla Ue di posticipare di un anno la scadenza del piano per riuscire a spendere la maggior parte delle risorse a disposizione. A un anno e mezzo dalla scadenza del piano varato per la ripartenza economica dell'Europa dopo la fase più dura della pandemia di Covid, l'Italia attende il pagamento della settima rata per poi concentrarsi sulle ultime tre. Parlamentari Pd pero' riferiscono che, durante un incontro a Roma con i componenti della Commissione Bilancio del Senato, il Commissario Ue Piotr Serafin ha specificato che "una proroga di un anno del Pnrr non è possibile".
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