Mosca consegna i primi Su-57 all’Algeria, primo Paese africano a schierare caccia di quinta generazione

Nov 23, 2025 - 00:38
 0  25
Mosca consegna i primi Su-57 all’Algeria, primo Paese africano a schierare caccia di quinta generazione

La Russia ha consegnato all’Algeria i primi due caccia Su-57 di quinta generazione, rendendo il Paese nordafricano il primo Stato arabo e africano a schierare il più avanzato velivolo da superiorità aerea della flotta russa. Lo riferisce la rivista specializzata “Military Watch”, citando il direttore generale della United Aircraft Corporation, Vadim Badkha, secondo cui i due aerei sono già entrati in servizio operativo e l’Aeronautica algerina avrebbe espresso “piena soddisfazione” per le prestazioni. L’interesse di Algeri per il Su-57 risale al 2020, con successive conferme da parte di media locali e fonti russe che avevano indicato l’inizio del 2025 come data prevista per la consegna. La conferma ufficiale è arrivata in concomitanza con il Dubai Airshow, durante il quale Mosca ha rilanciato la cooperazione tecnico-militare con diversi partner mediorientali. La consegna si inserisce nella più ampia strategia di potenziamento delle capacità aeronautiche dell’Algeria, considerata tra le forze aeree più equipaggiate dell’Africa. Negli ultimi mesi il Paese ha ricevuto nuovi Su-35S e, secondo documenti russi, sarebbe in corso la definizione di un contratto che comprenderebbe due Su-57, uno squadrone di Su-35 e uno di bombardieri tattici Su-34.

Il Su-57, noto ai partner Nato come “Felon”, rappresenta l’apice tecnologico della Russia in termini di aerei da combattimento, progettato per sostituire il Su-27 e competere con i corrispettivi occidentali come l’F-22 Raptor e l’F-35 Lightning II, oltre al cinese J-20. Il jet combina capacità stealth avanzate, estrema manovrabilità e una potente dotazione di armamento. Recentemente, il Su-57 è stato ulteriormente migliorato con l’aggiunta di un innovativo sistema di puntamento montato sul casco, che permette ai piloti di agganciare i bersagli semplicemente con lo sguardo. Questa funzionalità riduce teoricamente i tempi di reazione in combattimento e aumenta significativamente l’efficacia operativa del caccia, portandolo al livello dei più recenti caccia occidentali che dispongono di tecnologie analoghe.

L’acquisto del Su-57 segna un significativo salto qualitativo nelle capacità di difesa aerea del Paese arabo. Questo movimento strategico non solo rafforza la posizione dell’Algeria come potenza militare dominante in Nord Africa, ma anche come uno dei principali partner strategici della Russia nella regione. L’integrazione del Su-57 nel contesto militare algerino sarebbe un chiaro segnale dell’intenzione di Algeri di mantenere una netta superiorità aerea nella regione, continuando a diversificare le sue fonti di armamenti avanzati, orientandosi principalmente verso la Russia per le tecnologie aeree e verso la Cina per i droni, delineando così un chiaro percorso di modernizzazione delle sue forze armate.

Vale la pena ricordare che l’Algeria ha previsto di destinare oltre il 18 per cento della propria spesa pubblica nel 2026 al settore degli investimenti nella Difesa. Secondo quanto emerge dalla presentazione del testo di legge di bilancio elaborato dal governo algerino, 25 miliardi di dollari, su un totale di spesa pubblica di 135 miliardi, saranno dedicati al settore della Difesa. Negli ultimi anni, l’Algeria ha seguito una tendenza costante di aumento della spesa militare: da 21,6 miliardi di dollari nel 2024 a 25 miliardi di dollari nel 2025 – mentre nel 2020 il bilancio della Difesa si attestava intorno ai 19,7 miliardi – segnalando una tendenza dello Stato nordafricano ad efficientare il proprio apparato militare alla luce delle crescenti tensioni e instabilità dei Paesi della fascia saheliana e al rapporto teso con il Marocco per via della questione del Sahara occidentale.

Per il programma di difesa nazionale algerino sono stati previsti circa 4,68 miliardi di dollari destinati alle spese operative legate all’addestramento, alla manutenzione, e all’acquisizione di nuovi equipaggiamenti e tecnologie militari. Il comparto logistico e di supporto riceverà 6,62 miliardi di dollari per lo sviluppo delle infrastrutture di trasporto e approvvigionamento, il potenziamento delle capacità di manutenzione e stoccaggio e la garanzia di un flusso costante di forniture per le forze armate. La quota più grande è dedicata all’amministrazione generale del ministero della Difesa, pari a circa 13,35 miliardi di dollari, per coprire le spese di gestione delle strutture centrali, nonché per il finanziamento di progetti infrastrutturali, accademie militari e istituzioni sociali legate alle forze armate.

Secondo analisti locali, il costante aumento della spesa militare riflette la strategia dell’Algeria di modernizzare le proprie Forze armate e rafforzare le proprie capacità tecnologiche e logistiche, con l’obiettivo di garantire la sicurezza nazionale in un contesto regionale caratterizzato da crescenti tensioni. Le preoccupazioni di sicurezza derivano in particolare dalle aree di confine con Mali, Niger, Burkina Faso e Libia, oltre alla persistente instabilità nella regione del Sahel, dove operano gruppi armati e reti criminali e alle tensioni con il Marocco per quanto riguarda la questione del Sahara occidentale su cui Rabat rivendica piena sovranità, mentre Algeri sostiene le istanze del Fronte Polisario, gruppo Sahrawi che si contrappone al piano del Marocco.

Qual è la tua reazione a questa notizia?

like

dislike

love

funny

angry

sad

wow

Redazione Giornalista iscritto all’elenco dei “Professionisti” dal 2003. Iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Liguria dal 1991 come pubblicista fino al 2003 quando ha superato l’esame a Roma per passare ai professionisti. Il suo primo pezzo, da album dei ricordi, l’aveva scritto sul ‘Corriere Mercantile’ (con l’edizione La Gazzetta del Lunedì) nel novembre del 1988. Fondato nel 1824, fu una delle più longeve testate italiane essendo rimasto in attività fino al luglio del 2015. Ha collaborato per 16 anni con l’agenzia Ansa, ma anche con Agi, Adnkronos, è stato corrispondente della Voce della Russia di Radio Mosca, quindi ha lavorato con La Repubblica, La Padania, Il Giornale, Il Secolo XIX, La Prealpina, La Stampa e per diverse emittenti radiofoniche come Radio Riviera 3, Radio Liguria International, Radio Babboleo, Lattemiele, Onda Ligure. E' direttore di Radiocom.tv