Napoli, perse le tracce di 361 libri antichi custoditi nella Biblioteca Girolamini
Si sono perse le tracce di 361 libri antichi che erano custoditi nella prestigiosa Biblioteca Girolamini di Napoli. I carabinieri hanno la delega a eseguire un decreto di sequestro preventivo emesso dal gip di Napoli per le opere librarie illecitamente sottratte al patrimonio indisponibile dello Stato italiano. Si tratta di preziosi volumi, molti dei quali risalenti al 500 e al 600, che sono stati illegalmente asportati dall'antica Biblioteca dei Girolamini a Napoli, una delle più prestigiose istituzioni culturali della città, tra le biblioteche più ricche del Mezzogiorno, con un patrimonio librario di circa 159.700 unità tra volumi antichi e moderni e opuscoli, frequenta anche dal filosofo Giambattista Vico nel 1700. Dei libri oggetto del decreto attualmente si sono perse le tracce. Al provvedimento di sequestro si è giunti dopo una lunga e paziente attività di inventario avviata all'indomani del sequestro disposto nel 2012 del complesso monumentale depredato e saccheggiato nel corso degli anni; migliaia di libri sottratti, parte dei quali venduti all'estero anche in aste. L'opera di inventario dei beni trafugati, disposta dalla Procura di Napoli, è risultata estremamente difficoltosa condizione di "caos organizzato" posto in essere da precedenti gestioni dei Girolamini. Nel 2011, infatti, venne nominato direttore della biblioteca Marino Massimo De Caro, già consulente del ministro per i beni culturali dell'epoca, Giancarlo Galan, scelta che suscitò polemiche così come una serie di articoli di denuncia circa lo stato di abbandono e di degrado della biblioteca. Ci fu anche una petizione per sollecitare la rimozione di De Caro da parte del nuovo ministro per i beni culturali Lorenzo Ornaghi, succeduto a Galan. Nell'aprile del 2012 il complesso fu messo sotto sequestro dai carabinieri e venne avviata un'inchiesta nei confronti di De Caro, che si autosospese dall'incarico. Le indagini portarono al ritrovamento, in provincia di Verona, di un deposito, riconducibile a lui, contenente 240 libri trafugati dalla biblioteca napoletana, appurando inoltre che molti altri volumi erano stati già illegalmente venduti all'estero. Sia De Caro che il conservatore don Salvatore Marsano, che lo aveva indicato al ministro Galan, furono arrestati. De Caro, reo confesso, nel 2015 è stato condannato in via definitiva a sette anni di reclusione per peculato e all'interdizione perpetua dai pubblici uffici; la Corte dei Conti lo ha anche condannato al risarcimento di quasi venti milioni di euro per grave depauperamento
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