Nel nordest della Siria oltre 56 mila persone arrestate subiscono violazioni o muoiono

Apr 18, 2024 - 06:24
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Nel nordest della Siria oltre 56 mila persone arrestate  subiscono violazioni o muoiono

Da RedattoreSociale.it

Nel nordest della Siria, oltre 56 mila persone arrestate dopo la sconfitta territoriale del gruppo armato Stato islamico subiscono violazioni o muoiono, a causa delle condizioni inumane di detenzione. È quanto denuncia Amnesty International nel rapporto appena pubblicato, “Conseguenze. Ingiustizia, torture e morti in detenzione nel nordest della Siria”. Le autorità della regione autonoma sono responsabili della massiccia violazione dei diritti umani di circa 11.500 uomini, 14.500 donne e 30 mila minorenni detenuti in almeno 27 centri di detenzione e nei due campi di Al-Hol e Roj. Come ricorda Amnesty, le autorità autonome sono il principale partner del governo statunitense e di altri membri della coalizione che ha sconfitto lo Stato islamico. “Gli Usa sono ampiamente coinvolti nel sistema detentivo – denuncia l'organizzazione”. Trascorsi più di cinque anni dalla sconfitta territoriale dello Stato islamico, decine di migliaia di persone restano detenute arbitrariamente e a tempo indeterminato, molte delle quali in condizioni inumane, sottoposte a pestaggi, scariche elettriche e violenza di genere e obbligate a rimanere in posizioni dolorose. Altre migliaia di persone risultano vittime di sparizione forzata. Le donne sono state illegalmente separate dai loro figli. Tra le persone detenute ci sono anche vittime dello Stato islamico, tra cui decine, se non centinaia di yazidi, donne e ragazze vittime di matrimoni forzati e minorenni arruolati a forza. “Le autorità autonome hanno commesso crimini di guerra, tortura e trattamento crudele e probabilmente anche quello di uccisione - ha dichiarato Agnés Callamard, segretaria generale di Amnesty International - I minori, le donne e gli uomini che si trovano nei campi e nelle strutture detentive subiscono una crudeltà e una violenza scioccanti. Il governo statunitense ha avuto un ruolo centrale nella creazione e nel mantenimento di questo sistema detentivo, che ha prodotto centinaia di morti evitabili. Ora deve avere un ruolo nel cambiarlo – continua Callamard - Questo sistema viola i diritti umani di persone sospettate di affiliazione allo Stato islamico e non fornisce giustizia alle vittime e alle persone sopravvissute ai crimini dello Stato islamico”. Se da un lato è vero che “la minaccia dello Stato islamico a livello globale resta concreta”, dall'altro “le violazioni dei diritti umani in corso nel nordest della Siria non fanno altro che alimentare ulteriore rabbia. Una generazione di bambine e bambini non ha conosciuto che ingiustizia. Le autorità autonome, che fanno parte della coalizione guidata dagli Usa, e le Nazioni Unite devono porre rimedio a queste violazioni e porre fine al ciclo di violenza”, ha sottolineato Callamard.

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Giò Barbera Giornalista iscritto all’elenco dei “Professionisti” dal 2003. Iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Liguria dal 1991 come pubblicista fino al 2003 quando ha superato l’esame a Roma per passare ai professionisti. Il suo primo pezzo, da album dei ricordi, l’aveva scritto sul ‘Corriere Mercantile’ (con l’edizione La Gazzetta del Lunedì) nel novembre del 1988. Fondato nel 1824, fu una delle più longeve testate italiane essendo rimasto in attività fino al luglio del 2015. Ha collaborato per 16 anni con l’agenzia Ansa, ma anche con Agi, Adnkronos, è stato corrispondente della Voce della Russia di Radio Mosca, quindi ha lavorato con La Repubblica, La Padania, Il Giornale, Il Secolo XIX, La Prealpina, La Stampa e per diverse emittenti radiofoniche come Radio Riviera 3, Radio Liguria International, Radio Babboleo, Lattemiele, Onda Ligure. E' direttore del portale areamediapress.com e di Radiocom.tv