Papa: 'Viaggiare per me ora è più difficile'

Sep 4, 2023 - 20:01
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Papa: 'Viaggiare per me ora è più difficile'

Come di consueto al termine di ogni viaggio apostolico, appena atterrato a Roma dalla Mongolia, Papa Francesco si è recato nella Basilica di Santa Maria Maggiore per sostare in preghiera davanti all'icona della Vergine Salus populi Romani. Al termine, ha fatto rientro in Vaticano.

Sul volo che lo ha riportato a Roma, a conclusione della 43esima visita apostolica, il Pontefice ha intrattenuto i cronisti che lo hanno accompagnato nei suoi 4 giorni in Mongolia, spaziando dai prossimi viaggi alla questione russo-ucraina, dal rapporto con la Cina al degrado delle periferie italiane. E proprio a chi gli chiede di prossime, future missioni pastorali in giro per il mondo, ammette francamente: “Vi dico la verità: per me fare un viaggio adesso non è molto facile come all'inizio. Ci sono limitazioni, nel camminare... questo limita... vediamo”. Oltre alla prossima visita a Marsiglia del 22-23 settembre, Francesco ha detto solo che “c'è qualcuno in un Paese piccolo dell'Europa, stiamo vedendo se farlo”.

Alla domanda su un eventuale, ventilato viaggio in Vietnam, frutto di un lungo lavoro diplomatico e di rapporti sempre più stretti e proficui tra Santa Sede e Hanoi, con la comunità cattolica che vorrebbe tanto una visita del Papa, confessa: “Sicuramente ci sarà, perché il Vietnam è una terra che merita”, salvo poi scherzare: “Se non andrò io, andrà Giovanni XXIV...”.

Dopo le aperture alla Cina, nonostante il divieto di Pechino ai vescovi e ai sacerdoti di recarsi a Ulan Bator, il Pontefice ha risposto così alla domanda sui rapporti tra Santa Sede e Cina: “Personalmente ho una grande ammirazione per il popolo cinese” e “ho un grande rispetto”; poi la conferma di un “dialogo” esistente, “una strada amichevole” tracciata dal “bel lavoro” portato avanti anche dalla Commissione presieduta dal cardinale Pietro Parolin. “I rapporti sono in cammino” ma “dobbiamo andare più avanti sull'aspetto religioso per capirci di più”. Un rapporto, quello tra Vaticano e Pechino, che proseguirà anche con la missione di pace per l'Ucraina, condotta dal cardinale Zuppi; ma non c’è ancora una data ufficiale.

Francesco ritorna e precisa le sue parole pronunciate davanti ai giovani cattolici russi. Il tema dell'imperialismo e della Grande Russia che hanno suscitato polemiche e irritato l'Ucraina. “La cultura russa è di una bellezza, di una profondità molto bella e non va cancellata per problemi politici” ha sottolineato, spiegando di non aver pensato all'imperialismo ma “alla trasmissione della cultura” e di aver ripetuto al termine dell'incontro, ciò che lui ripete sempre ai giovani, ossia “farsi carico della propria eredità”.

 

Interloquire con le periferie per combattere il degrado, i governi facciano giustizia sociale

Sui recenti fatti di cronaca a Palermo e a Napoli (don Patriciello ha invitato il Pontefice a Caivano, ndr), su cosa possano fare i governi per superare le sofferenze e il degrado delle periferie, Francesco ha risposto: “Dobbiamo interloquire con le periferie e i governi devono fare giustizia sociale, la vera giustizia sociale”; ha poi citato quanto fatto dai sacerdoti nelle baraccopoli di Buenos Aires. “Bisogna andare avanti, andare lì e lavorare lì. Il mondo delle periferie non è facile, ha aggiunto Bergoglio. “Un filosofo una volta ha detto che la realtà si capisce meglio dalle periferie. Dobbiamo interloquire con le periferie”.

 

La Mongolia e la mistica del “terzo vicino”

Sul viaggio in Mongolia appena terminato, il Pontefice ha espresso soddisfazione, ribadendo che la scelta di visitare la “piccola comunità cattolica” era anche per entrare “in dialogo con la storia e la cultura dei popoli, con quello che è la propria mistica di un popolo” e “accompagnare la Chiesa nel suo cammino con molto rispetto per la cultura”. “È importante che l'evangelizzazione - ha detto ancora - non vada concepita come proselitismo” perché “il proselitismo restringe sempre e Papa Benedetto aveva affermato che la fede non cresce per proselitismo ma per attrazione”.

La Mongolia, ha continuato, ha “una ricchezza”, “una cosa molto interessante” che favorisce il dialogo e “mi permetto di chiamarla la mistica del terzo vicino”. Essa permette alla Mongolia di dialogare con i terzi vicini, le due grandi potenze, Russia e Cina, “non per disprezzo” ma “per l'ansia di universalità, far vedere i propri valori a tutto il mondo” e anche ricevere dagli altri il dialogo.

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Giò Barbera Giornalista iscritto all’elenco dei “Professionisti” dal 2003. Iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Liguria dal 1991 come pubblicista fino al 2003 quando ha superato l’esame a Roma per passare ai professionisti. Il suo primo pezzo, da album dei ricordi, l’aveva scritto sul ‘Corriere Mercantile’ (con l’edizione La Gazzetta del Lunedì) nel novembre del 1988. Fondato nel 1824, fu una delle più longeve testate italiane essendo rimasto in attività fino al luglio del 2015. Ha collaborato per 16 anni con l’agenzia Ansa, ma anche con Agi, Adnkronos, è stato corrispondente della Voce della Russia di Radio Mosca, quindi ha lavorato con La Repubblica, La Padania, Il Giornale, Il Secolo XIX, La Prealpina, La Stampa e per diverse emittenti radiofoniche come Radio Riviera 3, Radio Liguria International, Radio Babboleo, Lattemiele, Onda Ligure. E' direttore del portale areamediapress.com e di Radiocom.tv