Scandalo farmaci falsi in Libano, coinvolto il fratello dell’ex ministro delle Finanze Khalil

Un vasto scandalo legato alla contraffazione di farmaci scuote il Libano, con il coinvolgimento del fratello dell’ex ministro delle Finanze Ali Hassan Khalil, esponente del movimento sciita Amal vicino al presidente del Parlamento Nabih Berri. Lo riferiscono fonti giudiziarie e mediatiche libanesi. Secondo quanto riportato da “Al Markazia” e dalla tv saudita “Al Hadath”, l’indagine riguarda un ampio traffico di medicinali illegali e falsificati. Tra i sospettati principali figurano Mohammad Khalil, fratello dell’ex ministro, e la sua ex moglie Maria Fawaz, che avrebbero gestito una farmacia nel quartiere di Hay al Madi, nella periferia sud della capitale Beirut, successivamente chiusa dalle autorità. La donna è già stata interrogata dagli investigatori e sarebbe fuggita in Georgia, dove risiederebbe attualmente. Anche un ufficiale delle forze di sicurezza – marito della sospettata – è stato arrestato. Al momento sono quattro le persone detenute, ma il numero potrebbe salire nei prossimi giorni, dato il coinvolgimento di aziende farmaceutiche private. La giudice Dora al Khazen, procuratrice generale, è al comando delle indagini, al momento sospese per la festività di Eid al Adha e destinate a riprendere il 10 giugno. Secondo fonti giudiziarie riportate da “Al Arabiya”, l’inchiesta è condotta nel massimo riserbo a causa di “pressioni dirette” volte a evitare fughe di notizie. Uno degli aspetti più gravi dell’inchiesta riguarda la sostituzione di farmaci antitumorali distribuiti dal ministero della Salute con medicinali contraffatti, privi dei principi attivi, poi rivenduti a caro prezzo, mettendo così a rischio diretto la vita di pazienti oncologici. In una dichiarazione pubblicata sul social X, Ali Hassan Khalil ha negato qualsiasi legame con l’inchiesta o con i soggetti coinvolti: “Si tratta di un caso giudiziario che riguarda loro, non me. Non abbiamo legami, né personali né commerciali, con le persone menzionate”, ha scritto. Fonti investigative indicano che le principali provenienze dei farmaci di contrabbando siano la Turchia, l’Egitto e l’Inghilterra. I farmaci provenienti dalla Siria, invece, non sarebbero ufficialmente autorizzati dal ministero della Salute e quindi non registrati.
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