Etiopia, al via la riabilitazione degli ex miliziani tigrini
Il presidente dell’Amministrazione Regionale Interinale del Tigray, Getachew Reda, ha dichiarato che gli sforzi concertati per la riabilitazione di 75.000 ex militanti rappresentano un passo importante verso il recupero del territorio. Le attività di reintegrazione dei combattenti della regione sono iniziate giovedì scorso, con l’inserimento nei centri di formazione per la riabilitazione.
Il programma di formazione e riabilitazione per gli ex militanti è stato ufficialmente lanciato presso il campus Meles Zenawi dell’Università di Mekelle. Alla cerimonia hanno partecipato alti funzionari del governo federale, tra cui il ministro degli Affari esteri, Gedion Timothewos, il ministro per l’Irrigazione e le Terre basse, Abraham Belay, il direttore generale del Servizio nazionale di intelligence e sicurezza, Redwan Hussien, il vicepresidente dell’Amministrazione regionale interinale del Tigray, generale Tsadkan Gebretensae, e il Commissario Nazionale per la Riabilitazione, Temesgen Tilahun, insieme ad altri ufficiali.
Nel suo intervento, riportato dall’agenzia di stampa Ena, Getachew Reda ha sottolineato che il lavoro di riabilitazione in corso, svolto dalla Commissione nazionale per la riabilitazione e dall’Amministrazione interinale, è mirato a garantire la pace e la sicurezza della regione del Tigray. Ha aggiunto che le attività non si limitano al disarmo, ma sono finalizzate a costruire una pace duratura.
Getachew ha inoltre evidenziato che i progressi nelle attività pratiche sul terreno per riabilitare gli ex combattenti sono incoraggianti. Ha anche sottolineato i risultati concreti derivanti dalla coordinazione tra i vari attori coinvolti e ha evidenziato la necessità di rafforzare gli sforzi per il ritorno dei sfollati nelle loro case, un obiettivo che richiede ulteriori interventi.
I funzionari dell’amministrazione interinale stanno collaborando strettamente con il governo federale per garantire la pace e la sicurezza nella regione, ha aggiunto il presidente. Ha inoltre dichiarato che il programma di riabilitazione dei 75.000 ex combattenti rappresenta un passo significativo in questa direzione.
Pur riconoscendo che il processo di riabilitazione e reintegrazione non può essere completato in un’unica fase, Getachew ha insistito sulla necessità di gestirlo responsabilmente, tenendo conto delle limitazioni di risorse. Ha concluso affermando che la riabilitazione degli ex combattenti è un’alternativa fondamentale per lo sviluppo e la pace della regione.
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