Scoperta a Pompei una nuova megalografia di riti legati a Dioniso

A più di 100 anni dalla scoperta della villa dei Misteri, un nuovo grande affresco ripropone i misteri di Dioniso nel mondo classico. In una grande sala per banchetti, scavata in queste settimane nell'area centrale di Pompei, nell'insula 10 della Regio IX, è emerso un fregio del I secolo d.C. a dimensioni quasi reali, una megalografia (dal greco, dipinto grande), che gira intorno a tre lati dell'ambiente, che nell'ultimo lato si apre sul giardino. Il fregio mostra il corteo del dio del vino, con baccanti danzatrici, ma anche come cacciatrici feroci, con un capretto sgozzato sulle spalle o con una spada e le interiora di un animale nelle mani; giovani satiri con le orecchie appuntite che suonano il doppio flauto; e un satiro che compie una libagione in stile acrobatico, versando dietro le proprie spalle un getto di vino da un corno potorio in una patera (coppa bassa). Al centro della composizione, una donna con un vecchio sileno che impugna una torcia. Probabilmente è vale a dire una donna mortale che, tramite un rituale notturno, sta per essere iniziata nei misteri di Dioniso, il dio che muore e rinasce, promettendo altrettanto ai suoi seguaci.