Shabbar Abbas: ''Non ho ucciso mia figlia'
Mentre nell'aula della corte di assise del tribunale di Reggio Emilia il fratello di Saman Abbas, la ragazza pachistana uccisa la notte tra il 30 aprile e il primo maggio 2021, fornisce la sua testimonianza, a margine l'Adnkronos ha raccolto le parole del padre.
''Non ho ucciso mia figlia, non ho mai voluto ucciderla ma di una cosa sono sicuro, l'omicidio è avvenuto in ambito familiare''. Così Shabbar Abbas ai suoi difensori Enrico Della Capanna e Simone Servillo. ''Sono convinto, ma certo non sono detentore della verità assoluta, che la morte di Saman sia stata un incidente" ha detto Della Capanna all'Adnkronos sostenendo che, rispetto all'accusa, “sono diverse le alternative possibili nella dinamica dei fatti”.
Shabbar Abbas è stato presente in tutte le udienze e ha ascoltato la testimonianza del figlio a testa bassa. ''Ha paura per il ragazzo - dice l'avvocato - Da subito non ha voluto coinvolgere il figlio. Nelle intercettazioni, quando diceva che avrebbe messo in mezzo lo zio, il cugino, lui gli diceva di non dire nulla, di restarne fuori. Quando poi è stato incalzato oltremodo, gli ha detto di dare la colpa a lui". E poi, sul rapporto di Shabbar con la figlia: ''Voleva bene a Saman - precisa Della Capanna - Al di là di quanto si è detto, c'è una foto che più di tutto lo racconta. Shabbar e sua figlia abbracciati sul letto, è stata scattata il 20 aprile, dopo la comunità. Ma soprattutto dieci giorni prima che di lei si perdessero le tracce''.
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