'Stretta' sui discendenti all'estero, si è italiani solo fino ai nonni

Mag 22, 2025 - 07:03
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'Stretta' sui discendenti all'estero, si è italiani solo fino ai nonni

Giro di vite sulla cittadinanza italiana per i discendenti di italiani emigrati all’estero. Con le nuove norme introdotte dal decreto Cittadinanza e convertito in legge dalla Camera, infatti, i discendenti di cittadini italiani, nati all’estero, saranno automaticamente italiani solo per due generazioni, ovvero diventerà automaticamente italiano al momento della nascita solo chi ha almeno un genitore o al massimo un nonno nato in Italia. Inoltre, i figli di cittadini italiani acquisteranno automaticamente la cittadinanza se nascono in Italia oppure se, prima della loro nascita, uno dei genitori, cittadini italiani, ha risieduto almeno per due anni continuativi in Italia. La nuova normativa interviene quindi sul cosiddetto jure sanguinis. Le nuove norme hanno effetto retroattivo. Si stabilisce infatti che non ha mai acquistato la cittadinanza italiana colui il quale sia nato all’estero e sia in possesso di altra cittadinanza, anche prima dell’entrata in vigore della riforma. Sono tuttavia previste alcune eccezioni. Ad esempio, è il caso in cui uno dei genitori, degli adottanti o dei nonni possieda (o possedesse al momento della morte) esclusivamente la cittadinanza italiana. Oppure se uno dei genitori o degli adottanti sia stato residente in Italia per almeno due anni continuativi dopo l’acquisto della cittadinanza italiana e prima della data di nascita o di adozione del figlio. La riforma della cittadinanza dispone una limitazione nella trasmissione della cittadinanza per nascita. Il provvedimento introduce il principio per cui la cittadinanza italiana non si trasmette automaticamente ai nati all’estero in possesso di altra cittadinanza e si preclude il riconoscimento della stessa anche ai nati all’estero prima dell’entrata in vigore della nuova normativa, a meno che non ricorrano alcune eccezioni ben definite. Lo stato di cittadino italiano dell’interessato sia stato accertato giudizialmente Un genitore o adottante cittadino italiano sia nato in Italia Un genitore o adottante cittadino italiano sia stato residente in Italia per almeno due anni continuativi prima della nascita o dell’adozione Un ascendente cittadino italiano di primo grado dei genitori o degli adottanti sia nato in Italia L’obiettivo della norma è "dare un contenuto giuridico a un principio, quello del legame effettivo con l’Italia". Il minore straniero o apolide, discendente da padre o madre cittadini italiani per nascita, diviene cittadino italiano qualora i genitori medesimi, ovvero il tutore, dichiarino la volontà di acquisto di tale status. Successivamente a tale dichiarazione, il minore deve risiedere legalmente e continuativamente per almeno due anni in Italia. Il minore straniero o apolide divenuto cittadino italiano, in possesso anche della cittadinanza di altro Stato, può rinunciare alla cittadinanza italiana una volta raggiunta la maggiore età. È di massimo ventiquattro mesi, non prorogabili, il termine per la definizione delle richieste di cittadinanza da parte del coniuge di cittadino italiano o per la concessione della cittadinanza con decreto del Presidente della Repubblica. Per l’acquisto della cittadinanza da parte di figli minori di genitore che acquisti o riacquisti la cittadinanza italiana, se conviventi, è necessaria la residenza continuativa di due anni in Italia. È consentito l’ingresso e il soggiorno per lavoro subordinato, al di fuori delle quote massime, per lo straniero residente all’estero, discendente di cittadino italiano e in possesso della cittadinanza di uno Stato di destinazione di rilevanti flussi di emigrazione italiana. Scende da tre a due anni il periodo di legale residenza in Italia per la concessione della cittadinanza italiana allo straniero il cui genitore o ascendente in linea retta di secondo grado sia o sia stato cittadino per nascita.

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Redazione Giornalista iscritto all’elenco dei “Professionisti” dal 2003. Iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Liguria dal 1991 come pubblicista fino al 2003 quando ha superato l’esame a Roma per passare ai professionisti. Il suo primo pezzo, da album dei ricordi, l’aveva scritto sul ‘Corriere Mercantile’ (con l’edizione La Gazzetta del Lunedì) nel novembre del 1988. Fondato nel 1824, fu una delle più longeve testate italiane essendo rimasto in attività fino al luglio del 2015. Ha collaborato per 16 anni con l’agenzia Ansa, ma anche con Agi, Adnkronos, è stato corrispondente della Voce della Russia di Radio Mosca, quindi ha lavorato con La Repubblica, La Padania, Il Giornale, Il Secolo XIX, La Prealpina, La Stampa e per diverse emittenti radiofoniche come Radio Riviera 3, Radio Liguria International, Radio Babboleo, Lattemiele, Onda Ligure. E' direttore di Radiocom.tv