'Telegraph': Il governo del Regno Unito valuta leggi antiterrorismo per nazionalizzare British Steel

Il governo del Regno Unito, a guida laborista, sta valutando l’applicazione delle leggi contro il terrorismo per nazionalizzare British Steel, l’ultima acciaieria del Regno Unito, dopo che Jingye, l’azienda cinese che controlla la società siderurgica britannica, ha minacciato di chiudere le fonderie. Jonathan Reynolds, ministro del Commercio britannico, avrebbe sollevato l’idea di utilizzare il Civil Contingencies Act per nazionalizzare rapidamente la compagnia, stando a quanto riferisce il quotidiano “The Telegraph”. Il Civil Contingencies Act, introdotto nel 2004, consente all’esecutivo di invocare poteri straordinari in caso di emergenze nazionali, come guerre, attacchi di potenze straniere o atti di terrorismo. La mossa, senza precedenti, verrebbe presa in considerazione dopo che Jingye ha annunciato la chiusura delle due fonderie di Scunthorpe, in seguito al fallimento delle trattative con il governo. Secondo quanto appreso dal quotidiano, l’azienda ha suggerito che la chiusura delle fonderie potrebbe iniziare entro poche settimane, un’operazione che potrebbe concludersi già a giugno e che, secondo i sindacati, potrebbe essere irreversibile. La chiusura degli altiforni lascerebbe il Regno Unito come l’unica nazione del G7 senza la capacità di produrre acciaio nuovo, con la conseguente perdita di circa 2.700 posti di lavoro. I sindacati hanno esortato Reynolds a intervenire per nazionalizzare l’azienda e impedire la chiusura delle fonderie. La nazionalizzazione comporterebbe però un rischio per il governo e, di conseguenza, per i contribuenti, in quanto potrebbe esporre a perdite e debiti ingenti. Gli ultimi conti pubblicati hanno rivelato che British Steel ha perso 231 milioni di sterline (circa 276 milioni di euro) ante imposte nel 2023, riducendo però la perdita rispetto ai 408 milioni (487 milioni di euro) dell’anno precedente, dopo un calo del 27 per cento nelle vendite dovuto a interruzioni nella produzione. La produzione di acciaio liquido è scesa da 2 milioni di tonnellate a 1,7 milioni. Nonostante la società non sia in difficoltà finanziarie, i sindacati e i partiti di opposizione avvertono che la perdita della capacità di produrre acciaio vergine potrebbe rappresentare una minaccia per la sicurezza nazionale. Reynolds ha avviato una discussione interna sull’applicazione del Civil Contingencies Act per impedire la chiusura delle fonderie. La mossa darebbe al governo la possibilità di scrivere leggi temporanee per prendere il controllo di British Steel senza dover approvare rapidamente un progetto di legge in Parlamento, sebbene quest’ultimo sarebbe probabilmente necessario per rendere permanente il cambiamento. Tuttavia, l’atto non è mai stato utilizzato prima d’ora, nemmeno durante la pandemia di Covid-19, e la sua invocazione potrebbe spaventare le imprese e innescare una causa legale con Jingye. Fonti del governo interpellate dal “Telegraph”, pur non escludendo questo scenario, ribadiscono che un accordo con la società cinese resta la soluzione preferita.
Qual è la tua reazione a questa notizia?






