Terremoto Centro Italia: ActionAid, dopo 8 anni 'disgregazione sociale e nuove povertà, donne e giovani i più a rischio'
Sono trascorsi 8 anni dal sisma che ha sconvolto le vite di migliaia di persone del Centro Italia. Nei comuni del cratere è stato pagato il prezzo più alto in termini di vite umane, di distruzione delle infrastrutture sociali, economiche, sanitarie, qui su 16.500 abitanti ancora oggi circa metà di queste abitano nelle Sae (Soluzioni Abitative di Emergenza). “ActionAid esprime oggi, come ogni anno dal 2016, la propria vicinanza a tutte le famiglie delle vittime e a tutte le persone colpite che ancora si confrontano con la difficoltà di vivere un territorio trasfigurato e non ancora ricostruito del tutto”, dichiara Patrizia Caruso, responsabile dell’Unità Resilienza di ActionAid Italia. “Sin dalle prime scosse ci siamo attivati per sostenere questi territori e siamo ancora qui a chiedere alle Istituzioni e al Governo di dare risposte concrete ai problemi che qui continuano a segnare le vite delle persone, il tempo spegne i riflettori ma noi continuiamo a stare al fianco della popolazione colpita e a far sentire la loro voce”. Per dare risposte efficaci è nato il progetto “Reti” nel Lazio e nelle Marche, che migliora l’accesso ai servizi sociali territoriali, attraverso un servizio di sportello di prossimità itinerante e anche con operatrici che si recano a domicilio per far emergere i bisogni delle persone più escluse e vulnerabili, indirizzarle a servizi specifici sul territorio (enti di assistenza per la distribuzione alimentare, consultori, servizi sociali, Caf, sportelli lavoro) e coinvolgerle in percorsi formativi professionali. “Entra nel Loop”, si chiama il percorso messo a punto per dare risposte personalizzate a giovani tra i 16 e i 35 anni che vogliono riattivarsi e riprendere una vita sociale e lavorativa. Nel corso degli anni, dal 2016 ad oggi, ActionAid ha realizzato nei territori del cratere numerosi progetti con percorsi di supporto e accompagnamento alle associazioni che volevano mobilitarsi per la ricostruzione materiale e sociale, percorsi educativi nelle scuole primarie di primo e secondo grado, servizi di supporto psicologico e psicosociale di comunità, costruzione di spazi civici di aggregazione, sportelli di orientamento al lavoro per le donne, formazione per operatrici dei servizi pubblici sanitari, educativi e assistenziali sui temi della prevenzione e del contrasto alla violenza di genere. Sono state raggiunte e coinvolte oltre 4mila persone nei diversi comuni, con particolare alle fasce più vulnerabili della cittadinanza.
Qual è la tua reazione a questa notizia?