Terremoto in Russia, scossa di magnitudo 8.8 al largo della Kamchatka: numerosi feriti
Una violenta scossa di terremoto di magnitudo 8.8 è stata registrata all'1:24 ora italiana al largo della Kamchatka, in Russia. Lo rende noto il centro Usgs americano. Come riferito dal governatore della regione, Vladimir Solodov, il sisma ha provocato "numerosi feriti. Esorto tutti a stare lontani dalla costa nelle aree a rischio tsunami e ad ascoltare gli annunci degli altoparlanti". Dopo la scossa, è stata diramata un'allerta tsunami, oltre che per la Russia, anche per Giappone, Guam, Hawaii e Alaska. Come reso noto dalle autorità locali, onde di 3-4 metri, provocate dal terremoto, sono state registrate nel distretto di Elizovsky, in Kamchatka. L'epicentro del sisma è stato localizzato a circa 119 chilometri a est di Petropavlovsk, nella penisola di Kamchatka, a una profondità di 20,7 chilometri. Il sisma ha avuto una magnitudo iniziale stimata a 8.0, poi aggiornata a 8.8 dal Servizio Geologico degli Stati Uniti. L’epicentro è stato localizzato a circa 119 chilometri a est-sud-est di Petropavlovsk-Kamchatsky, una città russa con oltre 180mila abitanti. Il terremoto è avvenuto a una profondità di 20,7 chilometri e ha generato diverse scosse di assestamento, alcune fino a magnitudo 6.9. Secondo gli esperti russi, si tratta del sisma più potente mai registrato nella regione dal 1952. La zona più colpita è stata Severo-Kurilsk, nei pressi delle Isole Curili, dove la prima onda di tsunami ha raggiunto la costa. Il governatore locale Valery Limarenko ha confermato che i residenti sono stati evacuati verso aree elevate e restano al sicuro. A Petropavlovsk-Kamchatsky si registrano blackout, interruzioni nelle comunicazioni e danni agli edifici. Alcune persone hanno chiesto assistenza medica, ma non risultano feriti gravi, secondo il ministero della Salute regionale. Il terremoto registrato al largo della Kamchatka, con una magnitudo di 8.8, è il più potente degli ultimi 14 anni nel mondo. Si tratta del sisma più violento dal 2011, quando un terremoto di magnitudo 9.1 colpì il nord-est del Giappone, causando oltre 19mila tra morti e dispersi. L’11 marzo 2011 un violento terremoto di magnitudo 9.0‑9.1 ha colpito la costa nord-orientale dell'isola di Honshu, in Giappone, scatenando uno tsunami che ha raggiunto onde fino a 40 metri in alcune aree come Miyako, in prefettura di Iwate. Le autorità giapponesi hanno confermato ufficialmente, entro il 2021, circa 19 759 morti, 2 553 dispersi e 6 242 feriti. Tra le conseguenze più gravi, anche il collasso della centrale nucleare di Fukushima Daiichi: l’onda ha provocato un blackout e la fusione di tre reattori, dando origine a uno dei più gravi incidenti nucleari della storia. Oltre 200 km² della costa nord-orientale furono sommersi dal mare, con danni stimati fino a 360 miliardi di dollari, rendendo quella del 2011 la catastrofe naturale più costosa della storia. Il terremoto nell'estremo oriente della Russia è stato il più forte in quell'area dal 1952. Lo sostiene il Servizio di monitoraggio sismico regionale. Il sisma è stato di magnitudo 8.8 con possibili scosse di assestamento fino a 7.5 di magnitudo. Su Telegram la sezione locale del Servizio geofisico dell'Accademia russa delle scienze ha definito il terremoto un "evento unico", sostenendo che le scosse di assestamento potrebbero durare fino a un mese.
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