Tunisia, dall'inizio dell'anno intercettati in mare e riportati a terra almeno 12.764 migranti

Apr 13, 2024 - 08:07
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Tunisia, dall'inizio dell'anno intercettati in mare e riportati a terra almeno 12.764 migranti

Le autorità della Tunisia hanno comunicato di aver intercettato in mare e riportato a terra almeno 12.764 migranti, in gran parte cittadini provenienti da paesi dell’Africa subsahariana, dall’inizio del 2024 a oggi. Il conteggio è stato elaborato dalla redazione di “Agenzia Nova” a Roma sulla base delle statistiche pubblicate di volta in volta sulla pagina Facebook ufficiale della direzione generale della Guardia nazionale tunisina. Dai dati emerge un forte aumento delle attività di contrasto all’emigrazione irregolare negli ultimi 30 giorni circa. Complessivamente, peraltro, le autorità tunisine hanno rivendicato di aver sventato 407 tentativi di emigrazione irregolare via mare dalle coste tunisine verso le coste dell’Italia. Sono in tutto 60 i corpi senza vita recuperati, a cui si aggiungono 124 dispersi, tra cui 40 giovani tunisini originari di Sfax, per un ammontare complessivo di 184 vittime. In particolare, le autorità marittime della Tunisia hanno annunciato oggi di aver recuperato i corpi senza vita di due migranti e impedito 23 partenze illegali nel Mediterraneo. Secondo quanto reso noto nell’aggiornamento, sono stati anche “soccorsi” 942 migranti, tutti di origine subsahariana ed eccezione di due tunisini. Inoltre, le unità della Guardia nazionale del governatorato di Sfax hanno arrestato 17 individui sospettati di essere organizzatori o mediatori nella tratta di essere umani, nonché sequestrato cinque imbarcazioni, 24 motori marini e del carburante. Lo scorso 8 aprile, la stessa pagina Facebook della Guardia nazionale tunisina aveva riferito di 85 partenze irregolari sventate nell’area di Sfax, 2.688 migranti illegali intercettati in mare – 2.640 subsahariani e 48 tunisini – e 13 corpi recuperati “durante il fine settimana”. Il 4 aprile, la medesima fonte aveva dato notizia di 31 partenze sventate e 1.335 migranti subsahariani “salvati” in mare, senza indicare alcun riferimento temporale. Il primo aprile, la Guardia nazionale aveva annunciato tre partenze sventate e 50 migranti subsahariani fermati. Il 27 marzo, le forze di sicurezza tunisine avevano arrestato 37 persone, tra organizzatori e mediatori delle traversate, distruggendo oltre 500 tende utilizzate come alloggi di fortuna dai migranti in attesa di salpare sempre nell’area di Sfax. Il 26 marzo, la Guardia nazionale tunisina aveva riferito di due operazioni di “salvataggio”, fermando 41 subsahariani e recuperando un corpo senza vita al largo delle coste tunisine. Nello stesso comunicato si precisava la cattura di altri nove “organizzatori e intermediari”. Il 25 marzo, la Guardia nazionale aveva riferito di aver sventato 16 traversate illegali, riuscendo a “trarre in salvo” 633 cittadini africani subsahariani e a recuperare cinque corpi senza vita. Sempre a Sfax, secondo le autorità tunisine, nella medesima giornata erano state arrestate altre 12 persone definite sempre “organizzatori e intermediari”. Il 24 marzo, le unità marittime della Guardia nazionale tunisina erano riuscite a sventare “30 attraversamenti illegali”, recuperando “614 migranti, tra cui due tunisini il resto subsahariani”, oltre a due corpi senza vita. Nella stessa giornata, le autorità tunisine avevano riferito di aver arrestato 22 “organizzatori e intermediari” e distrutto 437 alloggi di fortuna. Il 23 marzo, la stessa fonte segnalava 28 tentativi di emigrazione illegale via mare sventati e il fermo di 1.178 persone, tra cui 18 tunisini e il resto subsahariani, oltre al recupero di due corpi e l’arresto di nove persone coinvolte nel traffico di esseri umani. Il 22 marzo, la Guardia costiera della regione centrale della Tunisia aveva impedito altre 14 partenze, recuperando 633 subsahariani e due corpi senza vita. Nella stessa giornata, secondo la pagina Facebook della direzione generale della Guardia nazionale tunisina, erano state fermate 77 persone “tra organizzatori e mediatori”, più un’altra persona che stava trasportando quattro subsahariani verso la costa. Il 21 marzo, la stessa pagina Facebook riferiva di otto traversate sventate, 175 migranti fermanti, tra cui tre cittadini tunisini, e cinque presunti trafficanti arrestati. Il 20 marzo, erano stati segnalati quattro tentativi di emigrazione sventati, 150 subsahariani fermati, due corpi recuperati e 12 persone arrestate. Il 19 marzo, nove partenze sventate, 363 africani intercettati e due sospettati arrestati. Il 17 marzo, nel governatorato settentrionale di Biserta era stato trovato un laboratorio per la produzione di barchini in ferro, di quelli usati dai migranti, oltre a 500 stecche di sigarette tunisine da contrabbando. Nella stessa giornata, a Sfax erano state segnalate 21 partenze via mare fallite, oltre a 538 migranti fermati, quattro dei quali tunisini, un corpo recuperato e dieci arresti. Il 16 marzo, venivano segnalati nell’area di Sfax 14 tentativi di emigrazione sventati, 544 migranti africani intercettati, di cui quattro tunisini, e dieci arresti, a cui si aggiungevano nove arresti nell’area di Monastir e altri quattro nella regione di Nabeul (questi ultimi prima della partenza). Il 15 marzo, i guardiacoste di Zarzis, nel sud del Paese, erano riuscite a “sventare un attraversamento illegale del confine marittimo”, fermando 34 persone di diverse nazionalità e recuperando due corpi senza vita. Dalle indagini di quella operazione era peraltro emerso il “naufragio di 70 persone” salpate dalle coste della Libia. Il 15 marzo era stata annunciata nella regione di Monastir la scoperta di un’altra officina di imbarcazioni clandestine destinate alla pericolosa traversata del Mediterraneo centrale. Il 9 marzo, le unità di Zarzis erano riuscite a “contrastare un attraversamento illegale del confine marittimo, “salvare 24 migranti di diverse nazionalità straniere salpate dalla costa di un paese vicino (la Libia) e a recuperare cinque corpi senza vita”. Il 27 febbraio, le unità marittime della Guardia nazionale di Sfax avevano annunciato l’arresto di 23 persone sospettate di essere coinvolte nel traffico di esseri umani. Il 26 febbraio, gli agenti del distretto marittimo della Guardia nazionale di Kerkennah erano riusciti a “salvare 63 migranti di diverse nazionalità straniere, oltre a recuperare un corpo senza vita, da una imbarcazione in difficoltà salpata dalla costa di un Paese vicino”, ovvero la Libia. Il 22 febbraio, le autorità tunisine a Jebiniana (Sfax) avevano arrestato cinque presunti trafficanti. Il 19 febbraio, erano stati arrestati 34 cittadini “asiatici” che si apprestavano a salpare. Il 15 febbraio, altri 52 migranti erano stati “salvati” a quattro miglia nautiche dalla costa tunisine per essere poi riportati a Zarzis: nella stessa operazione erano stati recuperati anche nove cadaveri e una persona versava in condizioni definite “critiche”. L’8 febbraio, un peschereccio era riuscito a soccorrere e salvare due passeggeri di nazionalità dell’Africa sub-sahariana al largo delle coste di Mahdia; la Guardia Marina, da parte sua, era riuscita a recuperare tredici corpi. I dati preliminari indicavano che la barca affondata aveva a bordo 29 persone, salpate di nascosto dalla costa di Jebniana il 4 febbraio 2024. Nella giornata del 5 febbraio, la direzione generale della Guardia nazionale tunisina aveva riferito dai aver contrastato, “nell’arco di una settimana” 193 attraversamenti illegali delle frontiere terrestri, fermando 2.945 migranti, quasi tutti di nazionalità di paesi dell’Africa sub-sahariana. Nello stesso periodo, venivano sventati 99 tentativi di emigrazione via mare e fermati 2.469 migranti (405 tunisini e 2.064 cittadini dell’Africa subsahariana). Il 19 gennaio, nell’area di Sfax erano stati sventate tre traversate illegali, mentre la Guardia nazionale tunisina aveva comunicato il “salvataggio” di 13 tunisini e l’arresto di tre presunti trafficanti. Il 17 gennaio, sempre a Sfax, le autorità tunisine hanno fatto irruzione in un’abitazione di un cittadino tunisino che “ospitava un gruppo di cittadini dell’Africa sub-sahariana con l’intento di aiutarli a partecipare ad operazioni di emigrazione clandestina via mare”, arrestando “due membri della rete” e fermando dieci subsahariani. Il 16 gennaio, la direzione generale della Guardia nazionale tunisina aveva annunciato “la continuazione delle ricerche” di un gruppo di circa 40 giovani tunisini originari di Sfax salpati nella notte tra il 10 e l’11 gennaio e di cui erano perse le tracce. Infine, il primo gennaio, la stessa pagina Facebook aveva dato notizia di 13 interventi in mare e del salvataggio di 188 persone.

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Giò Barbera Giornalista iscritto all’elenco dei “Professionisti” dal 2003. Iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Liguria dal 1991 come pubblicista fino al 2003 quando ha superato l’esame a Roma per passare ai professionisti. Il suo primo pezzo, da album dei ricordi, l’aveva scritto sul ‘Corriere Mercantile’ (con l’edizione La Gazzetta del Lunedì) nel novembre del 1988. Fondato nel 1824, fu una delle più longeve testate italiane essendo rimasto in attività fino al luglio del 2015. Ha collaborato per 16 anni con l’agenzia Ansa, ma anche con Agi, Adnkronos, è stato corrispondente della Voce della Russia di Radio Mosca, quindi ha lavorato con La Repubblica, La Padania, Il Giornale, Il Secolo XIX, La Prealpina, La Stampa e per diverse emittenti radiofoniche come Radio Riviera 3, Radio Liguria International, Radio Babboleo, Lattemiele, Onda Ligure. E' direttore del portale areamediapress.com e di Radiocom.tv