Tunisia, il progetto Helma: l’Italia sostiene l’inserimento socio-professionale di 13 mila giovani
Oltre 13 mila giovani tunisini sono stati mobilitati attraverso il progetto Helma (che in arabo significa sogno), un’iniziativa faro lanciata nel 2020 dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) in collaborazione con il ministero della Gioventù e dello sport tunisino, con l’obiettivo di rafforzare le opportunità di reintegrazione socio-economica dei giovani a rischio di migrazione irregolare nei governatorati di Mahdia, Medenine, Sfax e Tataouine. Nel corso dei cinque anni di attuazione, il progetto ha offerto attività informative, educative e formative, lasciando un’impronta duratura nelle comunità locali. “Con il progetto Helma ho imparato ad avere fiducia in me stesso e a non abbandonare il mio sogno”, ha raccontato Koussay, un giovane di Mahdia formato in pasticceria e competenze trasversali. A Sfax, Sahar ha spiegato come il progetto le abbia “cambiato la vita”, permettendole di passare “da una situazione di inattività a diventare una donna indipendente” che ora realizza ordini da casa con l’obiettivo di avviare presto un’attività propria. Complessivamente, 1.194 giovani, di cui quasi il 56 per cento donne, sono stati accompagnati nel loro percorso di autonomia e inserimento professionale attraverso corsi tecnici, professionali e imprenditoriali. Tra i risultati più innovativi figura la creazione della prima piattaforma nazionale dei servizi giovanili, strumento digitale che facilita l’accesso all’informazione e alle risorse. Inoltre, 323 operatori del settore giovanile hanno beneficiato di formazioni tecniche e per formatori, contribuendo a rafforzare le capacità istituzionali in materia di inclusione e empowerment giovanile. La cerimonia di chiusura, tenutasi oggi a Tunisi, ha proposto una retrospettiva del periodo 2020-2025, mettendo in evidenza i principali risultati e le iniziative condotte a livello nazionale e regionale.
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