Un’estate intensa per i consumi di birra nel Belpaese
Un’estate intensa per i consumi di birra nel Belpaese, che solo nel corso dell’ultimo mese hanno vissuto una crescita del +20%. A fare da traino a questo incremento le temperature record che stanno accompagnando l’estate degli italiani e degli stranieri, con l’enogastronomia che diventa uno dei principali motori della vacanza made in Italy. Questo quanto riscontrato dalle rilevazioni della Coldiretti sui consumi estivi fra le aziende del settore, rese note ieri in occasione della Giornata internazionale della birra (il 4 agosto, per l’appunto) nata nel 2007 a Santa Cruz, in California, per rendere omaggio a mastri birrai e celebrata ancora oggi in tutto il mondo per rendere onore a una delle bevande più popolari e diffuse a livello globale. Oggi, però, il successo della birra italiana è purtroppo minacciato dall’esplosione della spesa per vetro ed energia (+54%) e dagli effetti dei cambiamenti climatici, che fra tempeste di grandine e alte temperature tagliano del 15% il raccolto 2023 dell’orzo italiano per i birrifici agricoli artigianali, causando un calo delle rese dai 40 quintali per ettaro dell’anno scorso ai 34 quintali attuali.
“Quest’anno – spiega la Coldiretti – i consumi di birra in Italia sono destinati a superare il record storico quasi 38 litri pro capite, per un totale di 2,3 miliardi di litri fatto segnare nel 2022 e un valore di 9,5 miliardi di euro. A fare da traino sono le birre artigianali realizzate con l’utilizzo di ingredienti particolari o realizzate senza pastorizzazione e microfiltrazione per esaltare la naturalità di un prodotto apprezzato da tutte le fasce di età, con i giovani che sempre più cercano la qualità e non la quantità”. Si pensi che, in questo scenario, secondo il Consorzio Birra Artigianale Italiana – nato con l’appoggio di Coldiretti per rappresentare il meglio delle produzioni artigianali – oggi quasi 2 boccali su 3 vengono oggi riempiti con produzioni nazionali.
"L’enogastronomia italiana – commentano Gianluca Boeri e Bruno Rivarossa, Presidente di Coldiretti Liguria e Delegato Confederale – rappresenta da sempre una ricchezza enorme per il Paese intero, unico al mondo a poter contare sui primati nella qualità, nella sostenibilità ambientale e nella sicurezza della propria produzione agroalimentare. Proprio la nostra cucina è vessillo della Liguria e dell’Italia nel mondo, in grado di spingere a tavola circa 1/3 della spesa turistica alla scoperta dei nostri territori”.
La scelta della birra come bevanda è diventata negli anni sempre più raffinata e consapevole, con specialità e varietà particolari: dalle diverse birre liguri tra affumicata con le castagne, aromatizzata al basilico o allo sciroppo di rose e al miele a quella alla canapa, da una più “classica” birra senza glutine al riso a quella con la zucca, dalla birra con le arance e da quella con le scorze di bergamotto, da quella alla ciliegia a quella con il miele di erica, dalla birra aromatizzata al pane a quella al grano saraceno. La filiera della birra artigianale italiana oggi è sempre più affermata: conta al proprio interno 1085 attività produttive in tutto il territorio nazionale che, dal campo alla tavola, danno lavoro a circa 93mila addetti. Tra questi, non mancano neppure quelli coinvolti nello sviluppo del turismo con il progetto del Consorzio della Birra Italiana di creare almeno una strada della birra in ogni regione d’Italia – Liguria inclusa – per esaltare la scoperta dei territori e delle produzioni locali. “È quindi strategico – aggiungono Boeri e Rivarossa – sostenere i produttori di birra artigianale ligure e italiana, valorizzando un’intera filiera di alta qualità del made in Italy e dando, così, vita a una positiva catena causa-effetto su produzioni, posti di lavoro e consumi”.
Molto spesso, inoltre, le produzioni di birra nostrana vengono realizzate da giovani imprenditori, che scelgono di utilizzare profonde innovazioni. È il caso della certificazione d’origine a km0, del legame diretto con le aziende agricole, della produzione di specialità altamente distintive o di forme distributive innovative, come i “brewpub” o l’apertura di banchi presso i mercati degli agricoltori di Campagna Amica. “Al giorno d’oggi – concludono – il settore della birra sta contribuendo anche alla nascita di nuove figure professionali. Ne è un esempio il degustatore, una sorta di sommelier della birra”. Profondo conoscitore delle fondamenta storiche dei vari stili di birre e interprete dei principali caratteri di gusto, composizione, colore, corpo, sentori a naso e palato, esso è infatti capace di individuare gli eventuali difetti delle diverse birre e di suggerirne gli abbinamenti ideali e più azzeccati a tavola.
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