Vino italiano: tra crescita dell’export e nuove sfide

Nov 9, 2025 - 05:22
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Vino italiano: tra crescita dell’export e nuove sfide

L’export del vino italiano continua a rappresentare una leva strategica del Made in Italy, non un mercato “di nicchia”. Secondo i dati ISTAT e OIV, nel 2024 le esportazioni hanno raggiunto 8,1 miliardi di euro, in crescita del +5,5% sul 2023: l’Italia è prima al mondo per volumi esportati e seconda per valore dietro alla Francia, a conferma di una competitività che coniuga quantità e qualità. Nello stesso periodo, la produzione ha recuperato posizioni dopo la flessione del 2023, mentre da un’analisi Nomisma Wine Monitor emerge che i consumi interni si mostrano più selettivi. Sono evidenze che segnalano un settore vitale, capace di unire tradizione e innovazione, ma chiamato a gestire costi, frammentazione produttiva e variabili geopolitiche. La traiettoria di lungo periodo racconta l’evoluzione di un successo industriale. Negli ultimi vent’anni, secondo Federvini-Nomisma, il valore dell’export è cresciuto di +188% e l’Italia ha raggiunto una quota del 22% del commercio mondiale nel 2023. Oggi infatti, il vino italiano è presente in 46 mercati, a testimonianza di un posizionamento consolidato e capillare. Questi numeri confermano come l’export pesi ormai per circa metà del giro d’affari del comparto. A sostenere la corsa sono stati diversi driver: l’espansione dei distretti vinicoli più dinamici, il rafforzamento della biodiversità ampelografica e il valore delle certificazioni. L’Italia detiene il primato europeo per DOP/IGP nel vino e vanta un patrimonio unico di vitigni autoctoni, vero vantaggio competitivo nella narrazione internazionale dei vini italiani. La combinazione di territorio, qualità e identità ha reso più efficace il marketing e alimentato la crescita dell’enoturismo, ormai asset economico e reputazionale di primo piano. Per comprendere il presente è utile mettere a fuoco alcuni insight che stanno ridisegnando la domanda: Consumatori più selettivi: le ricerche Nomisma Wine Monitor 2024 indicano la trasformazione del vino da “abitudine” a scelta consapevole, con riduzione del consumo quotidiano e maggiore attenzione alla qualità percepita, all’identità territoriale e alla sostenibilità. Occasionalità e socialità: cresce il consumo in occasioni sociali, con il vino sempre più integrato in momenti di condivisione e convivialità. Generazioni che cambiano il mercato: Gen Z e Millennial guidano i cambiamenti, con una minore incidenza dei bevitori quotidiani e scelte orientate a stile di vita, autenticità e packaging sostenibile. Sul fronte dell’offerta, il 2024 ha visto una ripresa dell’export a valore e segnali positivi nei distretti più performanti, in particolare nelle aree spumantistiche e in denominazioni forti per l’export. Il paradigma che si afferma è quello del valore esperienziale: il vino torna ad essere racconto di territori, tradizioni e persone, più che semplice bevanda da pasto. La narrazione gioca un ruolo decisivo: dalla vigna alla cantina, fino all’etichetta, ogni dettaglio contribuisce a trasmettere autenticità e coerenza. La biodiversità dei vitigni autoctoni e il sistema delle denominazioni sono le chiavi per costruire un posizionamento distintivo anche in mercati maturi, dove il prezzo non può essere l’unico driver. In questa prospettiva, l’investimento in sostenibilità – agronomica, ambientale e di packaging – intercetta le sensibilità delle fasce più giovani e alimenta la percezione di qualità. Il vino entra sempre più in ecosistemi esperienziali e digitali che amplificano la relazione con il consumatore. Tre leve si stanno rivelando particolarmente efficaci: E-commerce e canali digitali: la crescita dell’online semplifica la scoperta, favorisce acquisti informati e apre vetrine globali anche alle medie e piccole cantine. Le prospettive di mercato digitale del vino indicano spazi ulteriori di sviluppo per l’Italia. Cucina e lifestyle gourmet: il vino viene scelto come componente di uno stile di vita consapevole, in abbinamento con la cucina regionale e contemporanea, dove conoscenza e curiosità guidano pairing e nuove esperienze. Enoturismo e storytelling in loco: le esperienze in cantina e nel territorio rafforzano la fidelizzazione e trasferiscono valore culturale al brand, con ricadute economiche significative sui comprensori vitivinicoli. L’immagine dei vini italiani nel mondo è oggi quella di ambasciatori di qualità e consapevolezza: prodotti capaci di raccontare territorio, biodiversità e saper fare attraverso esperienze di consumo più mirate e responsabili. La traiettoria positiva dell’export, sostenuta da una base di valore culturale e identitario, trova nuova forza nei trend di consumo orientati a meno quantità e più qualità, canali digitali e turismo del vino. Per mantenere il vantaggio competitivo serviranno narrazioni autentiche, investimenti in sostenibilità e una crescente integrazione tra marketing, enoturismo e canali online, così da rispondere con agilità alle aspettative delle nuove generazioni senza perdere la profondità storica che rende unico il vino italiano.

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Redazione Giornalista iscritto all’elenco dei “Professionisti” dal 2003. Iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Liguria dal 1991 come pubblicista fino al 2003 quando ha superato l’esame a Roma per passare ai professionisti. Il suo primo pezzo, da album dei ricordi, l’aveva scritto sul ‘Corriere Mercantile’ (con l’edizione La Gazzetta del Lunedì) nel novembre del 1988. Fondato nel 1824, fu una delle più longeve testate italiane essendo rimasto in attività fino al luglio del 2015. Ha collaborato per 16 anni con l’agenzia Ansa, ma anche con Agi, Adnkronos, è stato corrispondente della Voce della Russia di Radio Mosca, quindi ha lavorato con La Repubblica, La Padania, Il Giornale, Il Secolo XIX, La Prealpina, La Stampa e per diverse emittenti radiofoniche come Radio Riviera 3, Radio Liguria International, Radio Babboleo, Lattemiele, Onda Ligure. E' direttore di Radiocom.tv