Washington Post: infiltrazioni iraniane nelle presidenziali di democratici e repubblicani Usa
L’Iran sarebbe responsabile di attacchi hacker alle campagne elettorali per la presidenza degli Stati uniti dei democratici e i repubblicani. È quanto denunciato da fonti del Federal Bureau of Investigation (Fbi) citate dal “Washington Post”, oltre alle dichiarazioni rilasciate la scorsa settimana dall’azienda Microsoft sullo stesso tema. L’Fbi ha aperto alcuni giorni fa un’indagine su un presunto tentativo di hackeraggio alla campagna del candidato repubblicano alla presidenza Usa, Donald Trump. La stessa campagna di Trump, infatti, ha denunciato alcuni giorni fa il furto di diverse informazioni confidenziali sull’ex presidente e il vice designato James Vance. Tali informazioni sarebbero poi state diffuse a diversi giornali nazionali, tra cui “Politico”, “Axios”, “Associated Press” e il “Washington Post”. Proprio secondo il “Washington Post”, peraltro, l’Fbi aveva avvisato a luglio la campagna del presidente Joe Biden di tentativi di infiltrazione iraniani, atti che tuttavia non avrebbero poi compromesso la campagna democratica. Secondo diversi esperti di sicurezza nazionale ed ex funzionari di cybersicurezza come Paul Nakasone, ex direttore dell’Agenzia di sicurezza nazionale, e Patrick Warren, professore alla Clemson University, sono almeno quattro i siti online iraniani responsabili di atti di disinformazione e hackeraggio. Tra questi vi è “Savannah Time”, che ha pubblicato presunte dichiarazioni rilasciate da Adam Kinzinger, ex deputato del Partito repubblicano, ed “Even Politics”, che ha scritto recentemente un articolo su un comizio di Trump.
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