Ai giapponesi non piacciono le ferie

Nov 28, 2023 - 06:14
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Ai giapponesi non piacciono le ferie

Ai giapponesi continuano a non piacere le ferie, anche se si registra qualche avanzamento nella lotta al superlavoro. L’ultima indagine del Ministero della Sanità, del Lavoro e del Welfare sulla condizione del lavoro in Giappone ha segnalato che nel 2022 i lavoratori del settore privato hanno preso 10,9 dei 17,6 giorni di ferie a cui, in media, avevano diritto. Cioè il 62,1% del monte giorni di vacanza a loro disposizione. Sebbene si tratti di un record, con un incremento del 3,8% rispetto all’anno precedente, si tratta di un risultato deludente dal punto di vista del governo, che si è posto l’obiettivo – secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa Kyodo – di raggiungere il 70% di ferie retribuite godute nel settore privato entro il 2025 nella sua campagna contro il superlavoro, innescata dai casi di “karoshi” e “karojisatsu” (“morte da superlavoro” e “suicidio da superlavoro”) che negli ultimi anni hanno suscitato una forte impressione nell’opinione pubblica. L’indagine generale sulle condizioni di lavoro del Ministero della sanità, del lavoro e del welfare è stata condotta a gennaio, coinvolgendo 6.421 aziende private con 30 dipendenti a tempo pieno o più, di cui 3.768 hanno fornito risposte valide. Secondo l’indagine, per dimensione aziendale, il tasso delle ferie godute è pari al 65,6% per le aziende con 1.000 o più dipendenti, rispetto al 57,1% per quelle con un numero di dipendenti compreso tra 30 e 99. Per settore, gli uffici postali e altre aziende che offrono servizi multipli hanno registrato il tasso più alto di ferie retribuite utilizzate, pari al 74,8%, mentre il settore dei servizi di ristorazione e alloggio è stato il più basso, pari al 49,1%. Nell’ambito degli sforzi volti ad affrontare la cultura del lavoro giapponese, notoriamente punitiva, in cui sono previsti orari prolungati, il governo si è posto l’obiettivo di aumentare l’adozione del cosiddetto “sistema di intervallo di lavoro”, che fissa un numero standard di ore tra la fine di una giornata lavorativa e l’inizio di quella successiva, ad almeno il 15% delle aziende entro il 2025. Tuttavia, secondo l’indagine, il numero di aziende che ha introdotto e applica il sistema è solo il 6%.

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Giò Barbera Giornalista iscritto all’elenco dei “Professionisti” dal 2003. Iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Liguria dal 1991 come pubblicista fino al 2003 quando ha superato l’esame a Roma per passare ai professionisti. Il suo primo pezzo, da album dei ricordi, l’aveva scritto sul ‘Corriere Mercantile’ (con l’edizione La Gazzetta del Lunedì) nel novembre del 1988. Fondato nel 1824, fu una delle più longeve testate italiane essendo rimasto in attività fino al luglio del 2015. Ha collaborato per 16 anni con l’agenzia Ansa, ma anche con Agi, Adnkronos, è stato corrispondente della Voce della Russia di Radio Mosca, quindi ha lavorato con La Repubblica, La Padania, Il Giornale, Il Secolo XIX, La Prealpina, La Stampa e per diverse emittenti radiofoniche come Radio Riviera 3, Radio Liguria International, Radio Babboleo, Lattemiele, Onda Ligure. E' direttore del portale areamediapress.com e di Radiocom.tv