Al via il reclutamento di volontari per il primo studio clinico sull'uomo di Neuralink
Martedì scorso è iniziato il reclutamento di volontari per il primo studio clinico sull'uomo di Neuralink, la startup di Elon Musk che lavora allo sviluppo di interfacce neurali impiantabili allo scopo di “ripristinare l'indipendenza e migliorare la vita”.
Nell'ambito del suo studio Prime (acronimo di Precise Robotically Implanted Brain-Computer Interface) Neuralink inizierà a offrire impianti cerebrali per valutare sia la sicurezza dell'impianto sia quella del robot chirurgico (il macchinario che inserisce il chip nell'uomo) e testare la funzionalità iniziale della BCI (Brain-Computer Interface) per “consentire alle persone con tetraplegia di controllare i dispositivi esterni con il pensiero”.
Il via libera - rende noto la startup - è arrivato da parte di un comitato di revisione indipendente.
Sul sito aziendale è possibile iscriversi al cosiddetto “registro dei pazienti” se in possesso dei seguenti requisiti: persone maggiorenni che abitano negli Stati Uniti e affetti da quadriplegia, paraplegia, perdita della vista, perdita dell'udito, incapacità di parlare e/o grave amputazione agli arti (sopra o sotto il gomito e/o sopra o sotto il ginocchio).
Ai pazienti che decideranno di partecipare alla sperimentazione verrà impiantato chirurgicamente un chip nella parte del cervello che controlla l'intenzione di muoversi che registrerà e invierà i segnali cerebrali a un'applicazione.
L'obiettivo iniziale del progetto è quello di "garantire alle persone la capacità di controllare il cursore o la tastiera di un computer usando solo il pensiero", scrive l'azienda.
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